Cronaca

Foibe, Vaccarezza attacca la Vincenzi: “Soggiogata da pregiudizio politico e ideologico”

vaccarezza

Savona. “Occorre attendere l’avvento del 2004 per avere l’istituzione da parte dello Stato italiano di una legge che ci consentirà di non avere più paura di ricordare. Una paura, ahimè, che, come si evince dalle parole del sindaco di Genova Marta Vincenzi ancora oggi soggioga e condiziona la storia ad un pregiudizio politico ed ideologico che si rifiuta di vedere la realtà”.

Così il presidente della Provincia di Savona, Angelo Vaccarezza, in occasione delle celebrazioni del “Giorno del Ricordo” (10 febbraio) che si svolgeranno venerdì a Savona con la deposizione della corona al Monumento ai Caduti, sulle Foibe, tira in causa, accusandola di pregiudizio ideologico, proprio la sindaco di Genova Marta Vincenzi.

L’eco delle dichiarazioni del primo cittadino da Tursi è infatti arrivato a Palazzo Nievo, sede della Provincia di Savona.

“Le foibe – ha detto ieri il primo cittadino genovese – vanno ricordate nel contesto delle guerra, dopo gli anni di vero e proprio razzismo etnico portato avanti dal fascismo”. E ancora “Il silenzio sulle foibe non è stato dovuto alla scelta di una parte sola, ma esito della realpolitik post dopoguerra. Non dobbiamo accogliere un ottica intimidatoria ma dobbiamo sottrarre la memoria al manicheismo, uscendo dallo schema amico-nemico che ha caratterizzato il secolo breve”. “Una causa è tanto più giusta quando riconosce che l’errore può arrivare anche dalle proprie file – la conclusione di Vincenzi -, il Comune di Genova non dimentica e si inchina alle vittime delle foibe e ai loro familiari”.

Le parole della sindaco che ieri, con sette minuti di intervento in consiglio comunale, aveva ricordato i massacri ai danni della popolazione italiana della Venezia Giulia e della Dalmazia, non sono dunque passate inosservate.

“Lo affermo con orgoglio – scrive Vaccarezza – la nostra provincia è detentrice di un primato: oltre quindici anni fa, periodo in cui ricoprivo la carica di vicesindaco, proposi di intitolare a Loano proprio una Via ai Martiri delle Foibe. Loano – prosegue il presidente di Palazzo Nervi – fu quindi la prima città italiana a compiere questo doveroso gesto verso tutti coloro che sono stati perseguitati e uccisi. La Via scelta congiunge, non a caso, tre strade ed una piazza dai nomi significativi: Corso Europa, Via Trento e Trieste, Piazza Mazzini e Corso Roma.

Allora la tragedia delle Foibe e il dramma dell’esodo istriano dalmata non erano ancora riconosciuti come uno dei momenti più bui della nostra storia – si legge ancora nella nota – occorre attendere l’avvento del 2004 per avere l’istituzione da parte dello Stato italiano di una legge che ci consentirà di non avere più paura di ricordare.

Una paura, ahimè, che, come si evince dalle parole del sindaco di Genova Marta Vincenzi ancora oggi soggioga e condiziona la storia ad un pregiudizio politico ed ideologico che si rifiuta di vedere la realtà. Come si può o si vuole dimenticare gli anni in cui migliaia di italiani, uomini, donne e bambini, furono barbaramente assassinati in quella che fu una comprovata epurazione etnica che costrinse i sopravvissuti ad abbandonare la loro terra perdendo tutto?.

Viviamo in una nazione – conclude Vaccarezza – dove solo recentemente ci siamo riappropriati del concetto di memoria come dovere sociale. Ricordare non per restare ostaggio del passato, come spesso sono solito ascoltare e leggere, ma per affermare con vigore e diritto di verità storica la tragedia subita dai nostri fratelli, dai loro discendenti e dalla nostra Patria. Ricordare per celebrare il sacrificio di coloro che non vollero rinnegare il loro essere italiani, non vollero piegarsi alla violenza comunista dei Titini portatrice di odio e devastazione”.

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