Regione. “Appena approvata in consiglio la legge che vieta nuove costruzioni dove non ci sono depuratori a norma…”. E’ il commento dell’assessore regionale all’Ambiente renata Briano sulla sua pagina Facebook, appena votata la norma.
Senza depurazione, niente autorizzazione edilizia. Il consiglio regionale della Liguria ha oggi approvato la delibera che impedisce ai Comuni di permettere interventi di cementificazione se l’ente stesso è inadempiente alle norme europee sulla realizzazione di impianti di depurazione delle acque reflue urbane.
Un provvedimento che in aula ha registrato il battibecco tra la giunta Burlando e il consigliere del Pdl Marco Melgrati. Secondo i detrattori, la regola paralizzerebbe quelle amministrazioni la cui programmazione econonomica è legata agli oneri di urbanizzazione derivanti dalle operazioni immobiliari.
In base al provvedimento regionale, invece, si eviterebbe così di aggravare il cosiddetto peso insediativo sul territorio: in assenza di depuratore, cioè, non viene ammessa alcuna quota di inquinamento che potrebbe essere provocata da insediamenti privati o produttivi.
La norma regionale “zero cemento”, sollecitata dall’assessorato all’ambiente di Renata Briano, ha anche, chiaramente, lo scopo di sollecitare i Comuni ritardatari a mettersi in regola, aderendo alle direttive europee. Ed è noto che il panorama della depurazione delle acque reflue urbane in Liguria non è brillante (non a caso su una quarantina di Comuni era stata aperta una procedura di infrazione).
A sua volta la Regione aveva finanziato diversi depuratori (Rapallo, Arenzano, Villanova d’Albenga e altri), con i seguenti mille intoppi. Ora la norma che mette alle strette i Comuni inadempienti costringe all’adeguamento del servizio fognario depurativo, da realizzare prima della costruzione dei nuovi insediamenti.