Economia

Crisi, le banche non fanno più credito e le imprese boccheggiano

sportello banca

Negli ultimi 3 mesi del 2011 i prestiti alle imprese sono diminuiti del -1,5%. A dicembre addirittura del 2,2%. Gli aumenti dei tassi di interesse sono costati alle imprese 3,7 miliardi di euro. La denuncia viene dalla Cgia di Mestre, secondo cui la stretta e’ stata dovuta anche all’aumento delle insolvenze in capo alle aziende: nel 2011 hanno superato gli 80 miliardi di euro (+36% rispetto al 2010). La notizia, si legge nella nota dell’organizzazione, era nell’aria da qualche mese, ma l’ufficialita’ e’ arrivata solo nei giorni scorsi con la presentazione del supplemento statistico al bollettino economico della Banca d’Italia.

Questi dati, sottolinea il segretario, Giuseppe Bortolussi, ”confermano che ci troviamo di fronte ad una vera e propria stretta creditizia. Le banche hanno chiuso i rubinetti del credito ed in una fase recessiva, come quella che stiamo vivendo in questo momento, corriamo il rischio che il nostro sistema produttivo, costituito prevalentemente da piccole e piccolissime imprese, collassi”. I numeri, afferma l’organizzazione, sono impietosi: se nel 2011 l’ammontare complessivo dei prestiti erogati alle imprese ha superato i 995 miliardi di euro, facendo segnare una variazione del +3% rispetto l’anno precedente, va comunque sottolineato che e’ stata inferiore alla crescita dell’inflazione, che l’anno scorso e’ stata del +3,3%.

Purtroppo, la situazione e’ peggiorata nell’ultima parte dell’anno, dopo che il nostro spread ha cominciato a crescere a ritmi vertiginosi. Se negli ultimi tre mesi dell’anno l’erogazione e’ diminuita dell’1,5%, in dicembre la contrazione e’ stata del – 2,2%. ”Oltre alla stretta creditizia – prosegue Bortolussi – nel 2011 le imprese hanno dovuto subire anche un forte aumento dei tessi di interesse che si e’ tramutato in un costo aggiuntivo per l’intero sistema produttivo pari a 3,7 miliardi di euro”. Tuttavia, proseguono dalla Cgia, va ricordato che le ragioni di questa contrazione dei finanziamenti sono in parte riconducibili anche all’ aumento delle sofferenze bancarie registrato dalle aziende.

”Nel 2011 – conclude Bortolussi – le insolvenze in capo alle imprese italiane hanno toccato gli 80,6 miliardi di euro, con un incremento rispetto l’anno precedente pari al + 36%. Questa situazione ha sicuramente indotto molti istituti di credito a ridurre i prestiti soprattutto a quelle realta’ produttive che non erano piu’ in grado di dimostrare una certa affidabilita”’.

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