Economia

Concessioni demaniali balneari, incontro a Roma: soddisfazione di Fusco e Berlangieri

Roma. La battaglia dei balneari sulle concessioni demaniali è partita dala Regione Liguria. Lo hanno sottolineato, al termine dell’incontro a Roma la vicepresidente Marylin Fusco e l’assessore al Turismo Berlangieri, ricordando i recenti impegni presi dalla giunta e dal Consiglio Regionale.

Le Regioni hanno chiesto al governo di mettere in evidenza, a livello europeo, la specificità del sistema turistico balneare italiano che vede attive 30 mila aziende. “Un patrimonio di professionalità e di investimenti che non può andare perduto, per questo va messo al centro della discussione la questione politica, verificare a livello europeo la disponibilità ad escludere le concessioni demaniali dall’applicazione della direttiva Bolkestein”, affermano la Fusco e Berlangieri.

La Regione Liguria ha giudicato l’incontro molto positivo, sia per l’apertura dimostrata dal Ministro del turismo Pietro Gnudi rispetto alla questione della direttiva Bolkestein, sia per il riconoscimento dell’importanza del settore balneare per l’economia regionale. Obiettivo: arrivare ad un testo di legge il più possibile condiviso, preparato in tempi brevi per garantire certezze agli operatori e per permettere di riavviare gli investimenti nel settore.

Sempre in merito all’incontro di Roma, l’eurodeputato della Lega Nord Toscana, Claudio Morganti, si dice “moderatamente soddisfatto per l’impegno del Governo. Mi rammarico solo – afferma Morganti in una nota – che a Roma non ci fosse alcun rappresentate della Regione Toscana. Ciò conferma il completo disinteresse da parte di Rossi e compagni verso questa categoria. Tutti noi ci mettiamo la faccia e non ci nascondiamo certo dietro documenti condivisi”.

Morganti giudica “positivo l’impegno del Governo”, ma al contempo si augura che “in futuro ci siano azioni concrete visto che le idee e le proposte da parte delle varie sigle sindacali sono note da tempo. Il prossimo step – sottolinea – dovrà essere l’incontro tra gli eurodeputati italiani, le associazioni di categoria e la politica italiana in modo da gettare le basi per un’azione concreta per far uscire la categoria dalla Direttiva Servizi”.

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