Genova. “Possibile che la politica genovese abbia raggiunto livelli così bassi da pensare di potere fare scelte così importanti come quella del candidato a Sindaco del capoluogo ligure senza ascoltare i suggerimenti degli opinion leader della città?”
Lo sfogo del vicepresidente del consiglio regionale, Luigi Morgillo, arriva all’indomani dell’investitura di Giancarlo Vinacci, candidato sindaco Pdl come deciso ieri dal comitato provinciale unanime. Ma alla novità sono seguiti subito le levate di scudi dell’area scajoliana che vorrebbe sbarrare la strada a Vinacci (e dunque al duo Biasotti-Grillo che lo ha battezzato) opponendo la candidatura di Pierluigi Vinai, unico nome per ora gradito alla Curia genovese.
“Mi sembrea assurdo ad esempio – tuona Morgillo – che nel maturare una decisione così delicata non si voglia nemmeno valutare l’ipotesi di un coinvolgimento di Pierluigi Vinai come possibile candidato. A questo punto, dopo la perdita di Raffaella Della Bianca, se anche Pierluigi Vinai dovesse scegliere la via di abbandonare il PDL non mi meraviglierei, e soprattutto non mi stupirei, se i tanti esclusi ed emarginati dal PDL genovese decidessero di dare vita ad una lista civica, magari capitanata proprio da Vinai. Personalmente conosco molte persone che sarebbero pronte a dare vita a questo tipo di iniziativa”.
Il retroscena più gettonato nelle ultime ore è proprio questo: il diktat del cardinale Bagnasco sui due candidati Musso e Doria, troppo lontani dagli ambienti ecclesiastici, e il conseguente pressing per far correre Pierluigi Vinai, su cui, si dice, anche lo stesso Casini potrebbe convergere, abbandonando così l’investitura del senatore liberale.