Bogliasco. Dopo otto mesi di silenzio Alberto Cavasin già aveva cominciato a parlare della sua avventura, sportivamente tragica, a Genova sponda blucerchiata. Sta continuando a farlo, in maniera dimessa, poco chiara ma sicuramente sentita. Intendiamoci, Cavasin è alla ricerca di un panchina e cerca un po’ di visibilità per ricordare di esistere. Deve dare però anche delle spiegazioni per spiegare quei 0,5 punti a partita ottenuti in blucerchiato con una squadra che dal punto di vista dell’organico poteva salvarsi al di là delle cessioni di Pazzini e Cassano.
Queste spiegazioni chiaramente non le dà ai tifosi e alla dirigenza della Samp che non lo riprenderebbero neanche se diventasse Marcello Lippi (anche se il calcio è strano), le dà per cercare di dare una cornice di senso a quel tracollo per poi accasarsi dove possibile (questo è un altro momento sensibile nel turbinio panchine, dimostrazione è l’esonero di Arrigoni a Cesena).
In una lunga intervista rilasciata a Sportitalia Cavasin parla per paradossi: “Mi chiedete di Pazzini e Cassano? Certo se avessimo avuto Ibrahimovic o Pirlo ci saremmo salvati”, nonostante questa battuta suono senza senso, il significato sembra essere quello del “non è stata solo una questione di organico”.
Parla di un insieme di fattori, compresa la sfortuna. Poi ritorno a quel pomeriggio che sui mezzi di comunicazione ha avuto molta risonanza, il suo “scontro” con alcuni tifosi: “Rapporto normale, quel pomeriggio la cosa è degenerata sul nulla, quelle sono persone che frequentano Bogliasco, sono tifosi veri, non è successo niente, mi è stato chiesto se ce l’avremmo fatta, poi la situazione mi è sfuggita di mano, io ho alzato la voce, qualcuno ha reagito male, ma nessuno ha alzato le mani, nessuno ha usato parole pesanti. C’è stata questa situazione accalorata, ma punto, poi abbiamo vissuto gli altri giorni come tutte le altre volte, con chi ti fa i regali e con chi invece ti chiede la formazione”. Continuando: “Ma mi è sempre successo, magari il tifosi ha un’idea sbagliata e io provo a spiegare che siamo dei professionisti e stiamo provando a fare il nostro meglio.
Infine un pensiero alla Samp attuale e alla sconfitta con il Torino: “Le difficoltà di quest’anno sono quelli che si sono portati dietro dall’anno scorso, si comprano giocatori molto bravi ma l’obbligo del risultato ti portano a fare più fatica. Ma stasera ho visto una buona Samp, e non credo questa sconfitta possa inficiare ulteriormente sulla classifica, questa non è la Samp di due mesi fa”.