Cronaca

Caso Ruby, il processo va avanti: la Consulta respinge il ricorso della Camera

ruby

La Corte costituzionale ha respinto il ricorso per conflitto di attribuzione sollevato dalla Camera nei confronti della procura di Milano sul cosiddetto ‘Caso Ruby’. Nel comunicato della Corte costituzionale emesso al termine della camera di consiglio si legge: ”in relazione al conflitto sollevato dalla Camera dei Deputati nei confronti della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano e del Giudice per le indagini preliminari presso lo stesso Tribunale, la Corte ha respinto il ricorso”.

Stessa sorte è toccata al ricorso per conflitto di attribuzione sull’inchiesta che coinvolse l’ex Guardasigilli Clemente Mastella. ”In relazione – si legge nell nota della Corte costituzionale – al conflitto sollevato dal Senato della Repubblica nei confronti della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli e del Giudice per l’udienza preliminare dello stesso Tribunale, la Corte ha respinto il ricorso”.

Commentando a caldo la notizia, Clemente Mastella ha detto all’Adnkronos: ”Non è una sorpresa, vista l’anticipazione data da qualche giornale oggi. Pazienza…”. Mentre il senatore del Pdl Sandro Bondi parla a proposito della sentenza della Consulta sul caso Ruby. Questa, secondo lui, “conferma che il rapporto fra potere legislativo e ordine giudiziario costituisce in Italia un problema che, se non affrontato alla radice, svuota di fatto la democrazia di ogni reale potere derivante dalla volonta’ popolare”. ”Ci troviamo in una democrazia dimezzata -avverte il coordinatore nazionale di via dell’Umiltà- una democrazia che di fatto dipende da un potere costituzionale sovraordinato rispetto alla democrazia liberale classica, che trae la propria legittimità dalla sovranità popolare. In queste condizioni -dice Bondi- è impossibile per chiunque esercitare il mandato di governo, a meno che non si riconosca il potere di un organo non legittimato democraticamente di annullare le decisioni e le prerogative sovrane del potere democratico”

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