Genova. Il pubblico delle grandi occasioni ha premiato il sacrificio e il coraggio di Andrea Bocelli che ieri, nonostante una brutta influenza che gli ha creato problemi alla voce, ha deciso lo stesso di calcare il palcoscenico del Carlo Felice, per la sua prima genovese in veste di cantante lirico nel debutto di ‘Romeo et Juliette’ di Charles Gounod.
Bocelli è salito lo stesso sul palco per la contemporanea indisponibilità dell’altro tenore previsto nel cast. Un ‘Romeo et Juliette’ con il protagonista maschile quasi silente, a dispetto della splendida edizione proposta, che al debutto avrebbe meritato sorte migliore: quella di Gounod e infatti una partitura ricca di slanci melodici, elegante e passionale, che ha trovato nel direttore Fabio Luisi un interprete ideale.
Il neo direttore del Metropolitan ha dato all’opera una lettura vibrante, intensa, ben coordinata fra palcoscenico e buca d’orchestra. Efficace e lineare la regia di Jean-Louis Grinda, interessante nella sua essenzialità anche l’impianto scenico di Eric Chevalier. Sul piano vocale, debacle di Bocelli a parte, ha piacevolmente convinto Maite Alberola, una Giulietta dalla vocalità fresca e vibrante.