Balneari liguri, deroga alla Bolkestein: “Il governo deve salvare un migliaio di imprese”

bazzurro gianni comitato balneari liguria

Liguria. “Un cataclisma che rischia di sconvolgere il settore degli stabilimenti balneari e dele concessioni marittime”, è questo il quadro, in caso la direttiva Bolkestein fosse recepita senza rimedi, né adeguamenti, presentato oggi durante l’incontro interlocutorio organizzato dal Comitato balneari liguri con la presenza di alcuni esponenti della Lega Nord,in vista della convocazione a Roma con il ministro Gnudi fissata per giovedì 23 febbraio.

“Basta che il Governo decida di salvare 30 mila imprese italiane – commenta Gianni Bazzurro comitato balneari Liguria – le patate bollenti non vanno rigirate in Europa, al contrario le cose dobbiamo risolverle qua”. Tutto dipende “dal Governo, se cioè intende salvare il turismo italiano o vuole invece lasciare le imprese turistiche ai capitali sporchi o puliti”. I tempi sono stretti: se per l’applicazione della direttiva si arriva al primo gennaio 2016, l’esecutivo invece ha tempo fino a febbraio 2013 per prendere provvedimenti. In ballo secondo le stime dei balneari c’è il futuro di 30 mila famiglie, 1 milioni di lavoratori compreso l’indotto, e un migliaio qui in Liguria”.

Ancora sospeso, in attesa di essere recepito anche il protocollo 2008 siglato tra le organizzazioni di categoria del settore e l’ex ministro Brambilla su uno dei nodi cruciali: i canoni demaniali. “Non capiamo perchè siamo ancora in attesa, giovedì prossimo andiamo a Roma e vedremo le risposte”.

Al ministro chiediamo “un impegno per dare sicurezza a un settore per la nostra regione fondamentale – spiega il capogruppo della Lega Nord in Regione, Edoardo Rixi – non possiamo pensare che così tante attività economiche rischino la chiusura, lasciando a casa persone, anche giovani che d’estate rinunciano alle ferie per lavorare. Un vero e proprio cataclisma”. L’incontro a Roma “sarà chiarificatorio porteremo proposte concrete, con noi anche l’eurodeputato Morgante che si è occupato di questo argomento proprio in Europa. Vogliamo portare avanti una politica comune in tutte le regioni del Tirreno”, altrimenti “l’alternativa è l’arrivo delle multinazionali o far fallire le imprese attuali senza creare nulla e non possiamo permettercelo, sappiamo quanto è difficile oggi trovare un posto di lavoro”, conclude Rixi.

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