Arenzano. Da massimo strumento di democrazia a motivo di faide interne. Dopo il caso Genova, con la vittoria dell’outsider Marco Doria, le primarie del centrosinistra rischiano di diventare un terremoto anche ad Arenzano.
Il giallo nella cittadina rivierasca di ponente è iniziato venerdì scorso, quando i partiti della coalizione di centrosinistra avrebbero dovuto firmare il regolamento delle primarie in programma domenica 18 marzo. Al tavolo però lo “scenario è improvvisamente mutato – spiega Patrizia Grillo, candidata sindaco per il Pd – Sel ha deciso di cambiare la sua candidatura e lo schema degli accordi precedenti”.
Sinistra e Libertà ha cioè “fatto un passo indietro”, rinunciando alla candidata Anni Valle, per appoggiare l’indipendente Maria Luisa Biorci, attuale assessore ai servizi sociali della giunta Gambino. Un vero e proprio terremoto, in grado di far saltare la posta, ovvero le primarie.
“Adesso tutto è possibile – spiega ancora Grillo – è cambiato il quadro e noi dobbiamo rivedere le decisioni. Le riflessioni politiche le faremo nelle sedi adeguate, stasera nel direttivo e poi con la riconvocazione degli iscritti che voteranno la decisione finale”.
Alla possibilità di sospendere le primarie e rompere l’alleanza, gli esponenti locali di Sel ribadiscono la validità delle proprie scelte. “Lo avevamo detto – spiega Matteo Rossi, consigliere comunale – nel caso la Biorci, su richiesta del cittadini, si fosse presentata, avremmo fatto un passo indietro,sarebbe stato un errore correre con due candidate. Arenzano, secondo i vertici locali di Sel va in direzione di Genova. “Bisogna saper guardare oltre i propri iscritti, anche se autorevoli, e accettare le istanze proposte dalle persone – conclude Rossi – solo in questo modo i partiti possono riacquisire autorevolezza”.
La candidatura dell’assessore Biorci, che nasce da un comitato promotore ad hoc, come fu per Marco Doria sotto la Lanterna, ha ottenuto l’appoggio di Sel e di qualche esponente dello stesso Pd, tra cui la capogruppo in Comune, Giulia Gambino. “Una spinta popolare proveniente da mondi diversi – commenta Biorci – che si riconosce in un modo di fare politica disinteressato, al servizio dei cittadini e non delle logiche di partito”.
Candidata indipendente, Biorci ha lasciato il Pd nel 2010, dopo aver partecipato attivamente alla sua fondazione. “E’stato entusiasmante alla sua nascita, poi ha prevalso il vecchio modo di fare politica, molto chiuso e non aperto come doveva essere nel disegno iniziale di un partito liquido. Anche qui ad Arenzano è apparso ancorato ai suoi dirigenti e scollato dal territorio. Ora per esempio stanno dimostrando un’incertezza assurda proprio sulle primarie, lo strumento cardine del Pd. Non si può competere solo se sicuri di vincere”.
Entro metà settimana il Pd dovrebbe decidere la sua posizione, dopo di che, se le primarie avessero via libera, i tempi sarebbero veramente stretti: il 6 aprile scade il termine per la consegna delle liste elettorali, il 6 maggio si vota.