Genova. Il consiglio provinciale, uno degli ultimi per come lo conosciamo, se l’iter della riforma introdotta dal decreto Salva Italia del governo Monti non troverà lo stop costituzionale, è convocato per domani alle ore 9,30 con un giorno di anticipo, rispetto alla consuetudine genovese, proprio per cercare la contemporaneità con gli altri 106 consigli provinciali italiani che hanno aderito alla giornata di mobilitazione proclamata dall’unione delle province d’Italia (UPI).
Al primo punto dell’ordine del giorno è prevista la discussione e l’approvazione di un ordine del giorno redatto, anche dopo la riunione di Firenze del 26, fra 10 delle possibili future città metropolitane, su input dell’UPI. La discussione si prevede ampia, partecipata e animata. Visto che è proprio della sopravvivenza degli organi elettivi e della provincia, per come la conosciamo da 60 anni,
che si parlerà.
Il resto dell’odg, per lo spazio che resterà prima dello stop previsto attorno alle 13 comprende: il parco tecnologico degli Erzelli (interpellanza di Bianchini del Pdl); la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e lo sviluppo del settore eolico (interpellanza di Nobile, Fraccavento e Pastorino di Sel); l’ospedale Gallino di Pontedecimo (mozione di Bianchini, Barsotti, Tassi, Farina, Rotunno, Vaccarezza, Maggi del Pdl, Oliveri del Gruppo Misto e Pernigotti della Lista Biasotti); il D.L. 138 convertito con Legge n. 149/11 – ridefinizione delle circoscrizioni dei collegi provinciali (interpellanza di Scarabelli di Rifondazione comunista – federazione della sinistra).
Difficilmente si andrà oltre questo punto, che vuole discutere di una modifica (la riduzione dei collegi provinciali da 36 a 28 e infine a 14 avvenuta in pochi mesi), che allo stato attuale è stata superata dall’eliminazione del ricorso al voto elettorale per determinare la composizione dei consiglio provinciali.