Genova. Ha preso il via oggi il Progetto San Francesco, che ha il preciso scopo di dare vita a una redazione itinerante per la preparazione di un documento di riscossa civile, in 150 punti da consegnare a Maria Falcone e al presidente Giorgio Napolitano nel giorno del ventennale della strage di Capaci. Ad organizzarlo sono Filca e Fiba Cisl, insieme a Siulp, Libera e Aiesec, che proprio stamattina si sono riuniti presso il Santuario di Nostra Signora del Monte.
Il Progetto San Francesco, insieme a tutte le associazioni e istituzioni coinvolte, intende sottolineare che si deve entrare in una nuova fase della lotta alla criminalità organizzata: “Siamo chiamati ad una nuova stagione dell’antimafia, successiva all’iniziale epoca degli eroi e dei pionieri e alla più recente delle denunce culturali: adesso serve il momento della responsabilità e della coesione sociale, tutti i soggetti storicamente attivi e nuovi devono produrre proposte e impegni che interrompano il circuito sociale negativo del consenso mafioso – sostiene Alessandro De Lisi, Direttore del Centro Studi contro le mafie del Progetto San Francesco – a partire dal microcredito contro l’usura, con la formazione permanente e mista tra giovani, imprenditori e sindacati, con nuovi strumenti legislativi che semplifichino gli obblighi delle imprese come le white list o la patente a punti”.
Ma la giornata di Genova contro la mafia non finisce qui. In attesa di “Cento passi” nel sestiere della Maddalena il 17 marzo, quando si svolgerà la XVII giornata nazionale della memoria e dell’impegno, in ricordo delle vittime delle mafie, oggi è stato presentato il libro di don Luigi Ciotti, “La speranza non è in vendita”. “La mafia in nord Italia c’é da 50 anni. Senza giustizia sociale c’é la mafia, la lotta alla mafia comincia dalle politiche sociali – ha detto don Luigi Ciotti – ‘La speranza non e’ vendità. Mi stupisce chi si stupisce della mafia al nord. Quella della criminalità organizzata è una presenza liquida capace di trasformarsi a seconda del contesto. Senza giustizia sociale c’é la mafia, se non c’é lavoro e sostegno alle famiglie vince la violenza, vincono le mafie. Le mafie sono forti se la politica è debole”.
Subito dopo la cooperativa “Il Pane e le Rose”, don Luigi Ciotti, don Andrea Gallo, il sindaco Marta Vincenzi e Nando dalla Chiesa hanno festeggiato insieme alla città la nuova vita del “bene” di vico Mele sottratto alla mafia. La riutilizzazione di questi locali si inserisce nel percorso sulla legalità sviluppato dal Comune di Genova, attraverso le azioni del Patto per lo Sviluppo Locale della Maddalena.
Dopo il recupero del “bene” e la predisposizione di un bando per cercare chi possa raccogliere la sfida, la cooperativa sociale “Il Pane e le Rose”, in collaborazione con un’ampia rete cittadina, ha inaugurato “In Scia Stradda”, una bottega di prodotti delle terre liberate dalla mafia, equo solidali e a Km 0. Per il quartiere si tratta di un nuovo seme, che porterà la sua identità ed energia, la sua capacità di connettersi e di connettere, sia intrecciandosi con le altre risorse del territorio, sia diventando un luogo di consumo critico e di incontro simbolicamente e fattivamente rilevante nella città. La musica degli Ostinati e Contrari ha accompagnato la visita della bottega e la degustazione dei prodotti.