Recco. Una bella Italia batte la Spagna 15 – 11, ipoteca il secondo posto del girone B dei campionati europei di palllanuoto femminile e il quarto di finale con l’Olanda, a meno di imprevedibili ribaltoni. Le azzurre, sconfitte 10 – 9 all’esordio dalle campionesse del mondo della Grecia, mostrano un gioco veloce, ricco di inserimenti al centro e tagli sugli esterni; con molteplici soluzioni offensive, a volte il doppio centroboa e la quasi perfezione in superiorità numerica (5 su 5 a inizio quarto tempo). Molto bene anche la zona difensiva, che ha permesso alla Spagna solo tre marcature in nove occasioni.
L’Italia chiude il primo tempo sul 4 – 3 pur difendendo con ordine e disegnando buone geometrie in attacco. Il primo goal lo realizza Pareja approfittando di un’incertezza di Gigli. In precedenza Frassinetti aveva perso le gambe ai due metri sola davanti alla porta. Emmolo pareggia e Lopez riporta avanti le iberiche sfruttano le prime superiorità della partita. Poi c’è il primo allungo delle azzurre che piazzano un break di 3 a 0 con Bianconi, la quale buca Pareja sul primo palo, Emmolo, lanciata davanti a Ester da Di Mario, e Frassinetti, che schiaccia ai due metri la seconda superiorità numerica servita da Bianconi. Sul finale l’evitabile ritorno di Blas in parità.
L’Italia ribadisce il vantaggio con Queirolo in superiorità numerica, Di Mario dalla distanza e Cotti, scalata a sinistra, nella prima parte del secondo parziale. Funzionano i tagli dall’esterno e il doppio centro, già provato contro la Grecia. Le azzurre nuotano molto, si muovono in sincrono e si trovano facilmente. E’ un bel vedere. La Spagna torna in goal con un’iniziativa di Garcia (7 – 4) che buca al centro, ma arriva immediatamente la risposta di Lapi. E’ solo “setterosa”, perfetto in superiorità numerica e pronto a sfruttare la staticità avversaria, privata dei punti di riferimento con raddoppi e anticipi tesi alla controfuga.
Nel terzo tempo l’Italia continua a difendere bene in inferiorità numerica (alla fine sarà 3 su 9 per le spagnole) e, dopo aver subito una beduina di Garcia, passa con Bianconi prima con un rigore guadagnato da Frassinetti, poi con una conclusione dalla distanza per il 10 – 5, massimo vantaggio, ridotto da due centri consecutivi di Pareja (10 – 7). Il mini break iberico, comunque, è subito reso vano da Abate, autrice del 4 su 4 in più per l’11 – 7.
Nel quarto tempo l’Italia continua a sfruttare appieno le superiorità numeriche con Emmolo per il 12 – 7. Pareja continua a tenere a galla la Spagna, ma sono iniziative personali, frutto di talento, che non incidono sul risultato. Dopo 2’45” esce per tre falli Rambaldi Guidasci. L’Italia si permette anche di fallire una superiorità numerica (alla fine saranno 5 su 7) e regalare la controfuga del 12 – 9 a Espar. Emmolo e Di Mario mettono subito le cose in chiaro con due conclusioni precise e potenti per il 14 – 9 a – 3′ che chiude i giochi, mentre Oca viene ammonito per proteste. Dopo 6’32” Espar finisce la sua gara per raggiunto limite di falli. Nel finale le reti di Meseguer, su terzo fallo grave di Rambaldi, di Di Mario, in palombella e di Tarrago in superiorità numerica.
Il tabellino:
Italia – Spagna 15 – 11
(Parziali: 4 – 3, 4 – 1, 3 – 3, 4 – 4)
Italia: Gigli, Abbate 1, Casanova, Aiello, Queirolo 1, Lapi 1, Di Mario 3, Bianconi 3, Emmolo 4, Rambaldi Guidsci, Cotti 1, Frassinetti 1, Gorlero. All. Conti.
Spagna: Ester, Chillida, Espar 1, Tarrago 1, Ortiz, Pareja 4, Miranda, Pena, Blas 1, Meseguer 1, Garcia 2, Lopez 1, Herrera. All. Oca.
Arbitri: Peris (Cro) e Brguljan (Mne).
“La Spagna – spiega Conti – non è certamente la Grecia, ma resta una squadra in crescita, di alto livello e vice campione d’Europa nel 2008 a Malaga. Avevamo impostato la partita soprattutto a livello difensivo. Non mi interessava subire qualche espulsione in più perché eravamo preparati. Questo aspetto potrebbe aiutarci a crescere. L’inserimento di Di Mario ha dato maggiore qualità, ma non ha modificato il nostro tipo di gioco. La porta resta aperta a tutte le grandi atlete”.
“Rispetto alla partita con la Grecia – analizza Casanova – ci sono stati maggiore dinamismo, continuità e cattiveria. Stiamo lavorando da settembre. Non stacchiamo mai la testa, anche quando siamo nei club. Vogliamo arrivare in alto e l’argento della World League e il quarto posto dei mondiali ci hanno trasmesso entusiasmo e consapevolezza. Abbiamo inserito ulteriori elemente tattici e tecnici e ne stiamo traendo beneficio. E’ ancora presto per parlare del quarto di finale con l’Olanda. C’è un’altra partita di mezzo da vincere, ma se dovessimo affrontarla sarà determinante mantenere la stessa pressione e intensità per tutta la partita”.
“Stiamo assistendo ad un europeo bellissimo organizzato alla perfezione – dichiara il presidente Fin Barelli – e con un pubblico fantastico. Per le nostre nazionali questa è una tappa di passaggio verso i Giochi olimpici, che deve esser utile per raccogliere tutte le informazioni utili per crescere e valutare al meglio i nostri avversari. Se per la squadra femminile si profila un quarto di finale proprio contro l’Olanda, che ci eliminò a Pechino per poi vincere le Olimpiadi, la squadra maschile sta vivendo difficoltà che comunque non mi sembrano insormontabili. I ragazzi hanno tutte le carte in regola per giocarsela con tutti e sono sicuro che lo dimostreranno”.
“In Italia – prosegue Barelli – c’è stato un incremento degli appassionati di pallanuoto e continua a crescere la richiesta di spazi acqua. Noi possiamo contare sul centro federale di Ostia: un fiore all’occhiello per l’alta specializzazione e quartier generale della Nazionali di pallanuoto, che hanno costruito proprio lì le medaglie dell’ultimo biennio. Piscina coperta, scoperta, foresteria, ristorante, tutto a pochi passi dal mare e lontano dalla confusione. E’ un piacere ricevere tante richieste da parte di squadre straniere che vogliono allenarsi in common training. Significa aver lavorato bene, dal punto di vista tecnico e logistico. In Europa stanno spingendo molto in ambito politico affinché l’Italia si impegni di più e questo è lusinghiero. Non ci tireremo indietro qualora ci chiedessero di assumerci un ruolo di maggiore rilievo nel segno di Bartolo Consolo, presidente della Fin e della Len prima di me con risultati importanti”.