Genova. Archiviazione del fascicolo contro ignoti riguardante il presunto complice che avrebbe aiutato Donato Bilancia a uccidere gli sposini Carla Scotto e Maurizio Parenti nell’autunno 1998 nella loro casa di piazza Cavour. L’ha chiesta oggi il pm Enrico Zucca, attuale sostituto procuratore generale che all’epoca dei fatti seguì l’inchiesta e nel maggio ’98 raccolse la confessione-fiume del killer.
In quell’efferato crimine secondo la procura di Genova, Bilancia, condannato a 13 ergastoli per 17 omicidi, non ebbe complici.
Al pm Zucca Bilancia parlò di tutti gli omicidi compiuti a Genova e in Liguria: prostitute, metronotte, cambiavalute, un benzinaio, una coppia di orefici e due donne freddate senza pietà sui treni. Bilancia, che è detenuto nel carcere di Padova, qualche anno fa chiese la revisione del processo sostenendo che era in grado di svelare il nome di un complice che lo avrebbe aiutato nel duplice omicidio degli sposini.
Ma il nome non lo fece mai mentre parlò di sei prove ‘incontrovertibili’ che ne avrebbero dimostrato la presenza sulla scena del crimine, come un’impronta lasciata sulle lenzuola del letto delle vittime o sulla pistola adoperata da Bilancia per tutti gli omicidi. Accertamenti che ebbero tutti esito negativo. Qualche tempo fa Bilancia ha inviato una lettera ai familiari di Maurizio Parenti in cui afferma: “Maurizio era un bravo ragazzo. Eravamo amici ma ha avuto la sfortuna di avere a che fare con me nel periodo peggiore della mia vita