Genova. Non ci sono solo gli oltre 700 dipendenti Fincantieri a protestare per avere certezze su un futuro messo sempre più a rischio: già ieri i lavoratori dell’indotto avevano preso parte alla manifestazione dei metalmeccanici. Oggi la protesta è scattata ufficialmente: sono più di mille e non avranno neppure diritto agli ammortizzatori sociali. Un vero problema, che sta attanagliando la città, oltre che centinaia di famiglie.
Questa mattina le ditte dell’indotto della cantieristica navale genovese hanno quindi deciso di scioperare per otto ore con un presidio a calata Gadda. I lavoratori di Cgil e Uil della Gerolamo Scorza Allestimenti Navali che protestano contro il ridimensionamento aziendale della ditta che conta 66 dipendenti, sono stati ricevuti d’urgenza dal presidente dell’Autorità Portuale Luigi Merlo.
Come la Fiom ribadisce da mesi, infatti, l’eventuale chiusura del cantiere di Sestri Ponente non rappresenterebbe un problema soltanto per i lavoratori diretti e le loro famiglie, ma per tutto l’indotto, e quindi per l’intera città.
“In questi mesi non è cambiato nulla – dichiara Agostino Gazzo, referente Civ Ascom Sestri Ponente – siamo solidali con i lavoratori Fincantieri ma siamo anche molto preoccupati per tutto il territorio”. Da Esaote a Piaggio le difficoltà del Ponente, tradizionalmente produttivo, sono palpabili. “Manca un piano a 360 gradi per questa parte di città, non si può intervenire sempre sulle emergenze, la questione va affrontata a livello generale, altrimenti si creerà un effetto domino. Le istituzioni locali devono trattare con il governo a Roma per dare risposte concrete a tutto il territorio, altrimenti, a saltare, saremo in tanti”. Duemila le persone occupate solo nel commercio.
“In termini di traino economico non ci sono alternative a Fincantieri – commenta Stefano Bernini, presidente Municipio Medio Ponente di nuovo in corteo con i lavoratori – parliamo di un’azienda con un indotto diffuso in tutta la città e con eccellenze in campo tecnologico come Abi e Elsag. La disattenzione verso il peso di Genova è allarmante, dal Governo ci aspettavamo un’inversione di tendenza così come dall’azienda: Fincantieri non deve chiudersi in una nicchia ma deve essere competitiva sul mercato. Terremo duro finchè non ci sarà un’identificazione chiara della missione del cantiere di Sestri Ponente”.