Economia

Fincantieri, l’azienda accusa: “Autolesionismo di minoranze”. Fiom: “Scaricano le colpe”

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Genova. Il giorno dopo l’occupazione dell’aeroporto di Genova da parte degli operai di Fincantieri arriva la lettera dell’azienda ai lavoratori. Per Fincantieri il “comportamento di alcune minoranze” di Sestri e di Palermo sarebbe semplicemente “autolesionistico”. Fincantieri punta il dito – “queste forme di lotta minano la fiducia degli armatori” – e comunica di aver già ricevuto comunicazioni per il ritiro di alcune navi dai cantieri.

Le “forme di lotta”, secondo Fincantieri, “ostacolano, con il rischio addirittura di farle sospendere, le trattative commerciali che in questo momento di difficoltà l’azienda sta portando avanti. Tutto questo ci fa venire il dubbio che chi parla e lotta per affermare la strategicità della cantieristica operando con tali metodi, persegua in realtà altri fini che non sono quelli dell’interesse dei lavoratori e della società”.

Fincantieri evidenzia anche di “aver fatto ogni sforzo per garantire lo sviluppo di nuovi business, il rafforzamento di quelli di attuale presenza, e per limitare gli oggettivi oneri sociali”.

Bruno Manganaro, della Fiom-Cgil, dal canto suo è chiarissimo: “A Trieste il due gennaio è stato assunto un nuovo dirigente – spiega a Genova24.it. “Questa è la risposta di un’azienda che pensa solo agli interessi del suo gruppo dirigente”. ”

Se c’è sfiducia da parte degli armatori, dice la Fiom, è verso “un gruppo dirigente che è solo buono a chiacchierare e non è stato in grado in tutti questi anni – la crisi c’è dal 2008 – di mettere a punto un piano di rilancio degno di questo nome. Per questo scarica le sue responsabilità sulla Fiom”.

“E poi di quali armatori stiamo parlando?”, si chiede Manganaro. “Fincantieri ha fatto la scelta di avere un armatore unico, e ancora oggi si rifiuta di dialogare con altri nomi. Abbiamo tutti presente la vicenda con Aponte e Msc”.

Tutte le speranze ora sono nell’incontro con il Ministro Passera previsto per martedì a Roma. “Solo Roma può fare qualcosa”, spiega Manganaro. “L’azienda ha già detto chiaramente cosa vuole fare: chiudere due cantieri e mandare a casa mille persone. Ora il governo ci dica se condivide questa strada o se ne ha un’altra. La trattativa a questo punto è solo con il Governo”.

“Se il Governo non è nemmeno in grado di rilanciare una sua azienda – conclude Manganaro – come può parlare di sviluppo per l’intero Paese?”.

L’accordo siglato da Fincantieri con tutte le sigle sindacali tranne la Fiom lo scorso 21 dicembre porta a una media di 1.400 euro netti l’assegno per i lavoratori in mobilità fino al 2016-17. L’accordo ribadisce la “salvaguardia di tutti i siti produttivi”, “l’assenza assoluta di licenziamenti forzosi” con il ricorso alla cassa integrazione straordinaria per due anni e alla mobilità volontaria, e il riconoscimento anche ai lavoratori in mobilità di tredicesime, dei premi di produzione e di altre misure integrative.

Il valore medio mensile dell’assegno – evidenzia Fincantieri – è così di 1.700 euro lordi per gli operai e di 1.850 per gli impiegati, che corrisponde in media a 1.400 euro netti. L’assegno è garantito fino al 2016 ai lavoratori dei siti del Centro Nord e fino al 2017 a quelli del Sud.

Martedì prossimo, in concomitanza con il tavolo convocato a Roma dal ministero dello Sviluppo economico i lavoratori Fincantieri di Sestri Ponente hanno indetto otto ore di sciopero dei lavoratori, mentre una delegazione dello stabilimento di via Soliman si recherà a Roma, in occasione dell’incontro. Per consentire la presenza della delegazione, verrà organizzato un pullman.

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