Economia

Erzelli, Agostini: “Al Ponente solo cemento e nessuna garanzia di restituzione”

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Genova. “Al ponente non viene garantita nessuna restituzione, si garantisce un nuovo insediamento collinare (come previsto da Piano) con un pesantissimo impatto urbanistico su tutta l’area a monte e a mare, un muro di cemento che stringerà Sestri da ovest, in attesa di quello previsto a est col ribaltamento italcantieri, l’edificazione alle Fonderie di Multedo, al posto dei serbatoi di Multedo e altro. La Stalingrado d’Italia passa dal ferro delle sue officine al cemento delle sue costruzioni. Bel guadagno o contropaccotto?”. Così Andrea Agostini, di Legambiente Liguria, in una lunga lettera inviata oggi alla stampa sulla vicenda Erzelli, che prevede la creazione di un polo universitario scientifico in stretta collaborazione aziende ad alta tecnologia.

La polemica continua dunque, dopo che ieri Francesco Profumo, ministro per l’Università e la Ricerca del governo Monti, ha richiesto nuovi chiarimenti ed ulteriore documentazione all’Ateneo di Genova: due le questioni che preoccupano il titolare del dicastero: l’impegno finanziario, giudicato eccessivo per le casse universitarie e la viabilità nella zona.

“Piano se ne è andato togliendo la sua firma (e la sua garanzia di qualità) ad un progetto che ha definito di casette a schiera. Ma il ‘contropaccotto’ – spiega l’ambientalista – è anche nelle recenti evidenze documentali. Il progetto non è mai arrivato a Roma. Su quali basi i vari ministri, i politici nostrani, gli imprenditori, i dirigenti dell’università pensano che vengano erogati soldi pubblici? Forse perche’ sono amici, forse perchè il nuovo ministro ha fatto una operazione simile quando era rettore al Politecnico di Torino?”.

“Il progetto definitivo approvato è nella mente di tutti – continua – ma tutti lo pensano in maniera diversa, tantè che il Comune nel progetto definitivo di Puc approvato a dicembre 2011 non ha inserito i vincoli di destinazione delle aree, l’assetto urbanistico è di necessità molto indeterminato, non ci sono le strade, non ci sono le vie d’accesso, non si vede neanche l’area già edificata, non c’è un’analisi dello stato di fatto dell’uso del suolo al momento della redazione e votazione del Puc”.

“Se poi uno volesse perdere un po’ di tempo e andasse a vedere vedrebbe una immensa colata di cemento dove lo spazio verde sarà, nel migliore dei casi “di copertura” e di alberi piantati non c’è manco l’ombra”.

“In piu’ i conti della facoltà di ingegneria non tornano, non bastano gli stanziamenti previsti si rischia il tracollo come già avvenuto per la facoltà di Scienze della formazione e di Scienze Politiche, i valori di carico dei palazzi di Albaro di proprietà sono vistosamente sovradimensionati e comunque nessuno li vuol comprare. Non si capisce come gli studenti e tutti gli altri frequentatori possano arrivare agli Erzelli visto che le strade non ci sono, la cremagliera prevista da Sestri bassa all’ingresso della facoltà è stata eliminata”.

“Se poi parliamo dei privati incominciamo subito a dire che i 10.000 posti promessi sono una fantasia. La ricerca la sta spostando in altri siti, non certo ad Erzelli, e comunque per questa operazione riceverebbe un bel pacco di milioni come incentivo. L’altra azienda che ha gia’ cominciato a licenziare i dipendenti precari e prevede un corposo esubero, si trasferirà, ma solo dopo che verra’ approvata una variante di destinazione d’uso delle proprie aree per residenze e servizi – leggi supermercati – . Inesausti di propaganda si continua a farneticare di trasferimenti eccellenti dall’Itt al Cnr senza assolutamente dire dove si possono trovare le decine di milioni di euro pubblici necessari”, conclude Agostini.

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