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Crisi, cardinale Bagnasco: “Per evitare tensioni sociali bisogna essere più coesi”

angelo bagnasco

Genova. Con l’aumento della povertà i sindacati lanciano l’allarme per il rischio di tensioni sociali e il cardinale Angelo Bagnasco, rispondendo ai cronisti, ha dichiarato che per “evitare il pericolo di tensioni sociali” è necessario “essere più positivi” e “creare coesione”.

“Credo che – ha detto il cardinale Angelo Bagnasco – se ci mettiamo insieme nello sforzo e nella fatica di costruire dei ponti nuovi, di cambiare mentalità e creare più coesione sia nel lavoro sia nella società, a tutti i livelli le tensioni non si coaguleranno”. Bagnasco ha anche ribadito un concetto espresso ieri nel Te Deum: “a forza di seminare vento si raccoglie tempesta, la tempesta della sfiducia, del tutti contro tutti, dell’avvilimento, della litigiosità esasperata e inconcludente, della rabbia sorda ma che potrebbe scoppiare”.

Poi l’arcivescovo di Genova ha fatto una riflessione in occasione della Marcia della Pace, organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio. “Educare alla pace vuol dire trasmettere non solo il senso di giustizia ma anche la carità. Senza l’afflato della carità, il mero riconoscimento dei diritti resta freddo. La pace nasce solo dall’amore, la giustizia è importante ma non basta”.

Bagnasco ha accolto i partecipanti, circa duemila persone per gli organizzatori, nella Cattedrale di San Lorenzo dove la marcia si è conclusa. E’ partita dalla Basilica dell’Annunziata con la testimonianza di una donna ecuadoriana che ha ricordato la centralità della famiglia per gli immigrati, con la liberazione di palloncini colorati e l’esposizione di cartelli con i nomi dei paesi in guerra. Il responsabile genovese della Comunità, Andrea Chiappori, ha messo in guardia nei confronti di un modo di vivere senza gli altri e contro gli altri, che spinge allo scoraggiamento ed al sentirsi inutili. “Il vuoto della vita rende aggressivi, lo abbiamo visto nei recenti fatti di Firenze, dove alcuni senegalesi sono stati uccisi, e di Torino, dove un campo rom è stato incendiato per un motivo futile ed inventato”.

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