Costa Concordia, nella pancia del gigante una miniera di veleni

Costa Concordia

Isola del Giglio. Il gigante Costa Concordia rimane arenata vicino all’Isola del Giglio e le operazioni in corso si complicano sempre più.

C’è la questione delle vittime: i dispersi sono ancora numerosi e recuperare tutti i corpi non sarà facile. Intanto è stata rinvenuta poco fa la diciassettesima vittima del naufragio: si tratta di una donna, il cui corpo giaceva nel ponte 6.

Altro punto dolente è la questione ambientale: le operazioni per estrarre dalla Concordia tutte le sostanze nocive sono state bloccate dal maltempo e lo rimarranno, secondo gli esperti, almeno fino a martedì. Gli operatori si trovano di fronte ad una sfida: liberare l’ecosistema marino dalla minaccia biologica incombente il più in fretta possibile.

Intanto le autorità che stanno gestendo l’emergenza hanno fornito i dati relativi ai materiali e alle sostanze contenute a bordo. E non si tratta solo di carburante.

Nell’elenco, fornito dalla Costa, troviamo più di 1.000 metri cubi di acque grigie e nere, 41 metri cubi di oli lubrificanti, 280 litri di acetilene contenuti in bombole e ben 5.120 litri di azoto.

Sostanze altamente inquinanti, cui si aggiungono anche 600 chili di grassi per apparati meccanici, 354 chili di smalti densi ed 855 litri di smalto liquido.

Tutti materiali che servivano per il quotidiano funzionamento della nave. Ma la Costa Concordia era anche una vera e propria città galleggiante, che conteneva tutto l’occorente per offrire il massimo comfort ai suoi ospiti: si va dall’insetticida liquido (50 litri) ad importanti quantità di detergenti. Senza contare le ben 1272 tipologie di cibi e bevante contenute a bordo al momento del naufragio.

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