Cronaca

Costa Concordia, Foschi in Senato: “La pratica dell’inchino non esiste nella nostra azienda”

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Roma. Respinge tutte le accuse e contrattacca, il presidente e Ad di Costa Crociere Pierluigi Foschi ascoltato oggi in audizione al Senato sul naufragio della Costa Crociere “tragico incidente che non doveva avvenire e poteva non avvenire”. Foschi ha difeso l’equipaggio della Concordia e ha ripetuto che le procedure di evacuazione sono state eseguite correttamente.

“Sull’equipaggio della Costa Concordia sono piovute accuse ingiuste – ha detto – Il personale era adeguatamente addestrato e in due ore è riuscito ad evacuare oltre 4 mila persone: non si fa quello che hanno fatto se si è impreparati”.

“Le fasi di soccorso sono state effettuate soltanto dal personale della nave, ingiustamente additato come non addestrato. E invece – afferma Foschi – con orgoglio posso dire che tutti si sono prodigati per far si che tutti si mettessero in salvo. Quasi tutti i passeggeri sono stati fatti sbarcare con la nave sbandata, siamo riusciti ad evacuare quattromila persone senza aiuto esterno”. Foschi ha poi ricordato che l’ultima revisione della nave è stata fatta a novembre 2011 mentre il personale – lo stesso che era in servizio la notte del naufragio – e lo stesso comandante Schettino hanno effettuato un’esercitazione di emergenza a dicembre 2011, un mese prima dell’incidente.

Il presidente della compagnia ha poi toccato il punto caldo, al centro delle ultime polemiche: “la pratica dell’inchino non esiste nella nostra azienda – ha spiegato – esiste la navigazione turistica che è una pratica adottata da tutte le società crocieristiche del mondo e consentita dalle norme”. E tuttavia, quella del 13 ottobre davanti all’isola del Giglio, non era “autorizzata” dalla Costa. “Noi non eravamo al corrente – ha ribadito Foschi – tanto è vero che nel giornalino di bordo era scritto che la nave sarebbe passata a cinque miglia dall’isola”. In alcuni casi però, ha ammesso l’ad di Costa, la navigazione ravvicinata “viene pianificata e l’azienda può anche esserne al corrente”, come avvenne lo scorso 14 agosto proprio davanti al Giglio. Ma si tratta in ogni caso di una navigazione “con protocolli di sicurezza molto chiari e precisi, in cui è stabilita rotta, velocità, condizioni meteo, traffico marino, ecc”. “Non è vietato avvicinarsi alle coste, a volte lo abbiamo acconsentito, altre volte non ne eravamo a conoscenza. Ma è evidente – ha concluso – che la Concordia in quella posizione non ci poteva essere”.

“E’ impensabile che una società con una tradizione come la nostra possa accettare clandestini a bordo. E’ una cosa ignobile e impensabile”. Ha poi rigettato le accuse sottolineando che “i sistemi di controllo della società sono all’avanguardia”. Ed “ignobile” è aver ipotizzato che vi fossero dei lavoratori in nero. “Siamo l’unica azienda al mondo che volontariamente si è sottoposta alla certificazione di responsabilità sociale”.

La scatola nera della Costa Concordia ha registrato tutto quello che avvenne la sera del naufragio: smentita dunque l’ipotesi del guasto, tutte le parti del sistema sono in mano ai pm.

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