Grosseto. Francesco Schettino, la notte tragica del 13 gennaio, ordinò quell'”inchino” al Giglio su insistenza di un misterioso “manager”.
“Fabri, per dar retta al manager, passa da lì, passa da lì…”, dice il comandante della Concordia Schettino, nell’intercettazione ambientale di una conversazione telefonica del 14 gennaio, il giorno dopo il disastro.
“Ma qualcun altro al posto mio non sarebbe stato così benevolo a passare lì sotto – premette Schettino – perché mi hanno rotto il c…, passa di là, passa di là, la secca c’era ma non era segnalata dagli strumenti che avevo e ci sono passato”.
Agli atti ci sono anche numerosi interrogatori. Tra questi, quello di Mario Terenzio Palombo che confessa ai magistrati: gli inchini venivano concordati tra Costa Crociere e Capitaneria di Porto. E quello di Jacob Rusli Bin, l’uomo che era al timone e obbediva agli ordini del comandante che stava puntando gli scogli (“non ho visto bere alcolici a bordo”, dice) e di Martino Pellegrini, 1° ufficiale: “Dopo l’urto il comandante disse testualmente: ‘Cazzo non l’avevo visto'”
Intanto Fabiola Russo, la moglie di Francesco Schettino, ha denunciato sulla stampa francese la “caccia all’uomo” lanciata contro il marito, il comandante della Costa Concordia naufragata all’isola del Giglio.
“Non mi ricordo di una sola tragedia aerea o navale in cui il responsabile sia stato trattato con tanta violenza. Si sta cercando un colpevole, un capro espiatorio, un mostro. E’ una caccia all’uomo”, ha detto la donna in un’intervista al settimanale francese Paris Match, in edicola domani. La Russo descrive il marito come un uomo “deciso, inflessibile e lucido”. E’ una persona che “sa analizzare le situazioni – ha detto a Paris Match -, che sa comprenderle e gestirle. A casa è ordinato e meticoloso”.