Genova. Attesa, ovvia, per l’esordio del Genoa targato Marino. Tre settimane per preparare il match, per far assomigliare la squadra a quella che è la sua personale idea di gioco, che fu così strabiliante a Catania e convincente a Udine.
Le tappe di avvicinamento alla partita di domani contro il Cagliari sono state scandite dal calciomercato e dal lavoro sul campo. L’arrivo di Alberto Gilardino ha oscurato il lavoro di Marino e c’è chi dice che il mister sia stato più che contento di tutto questo: ha potuto lavorare con più tranquillità.
Le conferenze stampa settimanali, prima Antonelli poi Mesto sono state scandite dalle incessanti domande: cosa ne pensate di Gilardino? Come giocherete con Gilardino? E loro a rispondere: dovremmo mettergli al centro molti cross.
Domani parlerà il campo. L’infermeria ieri si è svuotata di Dainelli e Kucka (e chissà se Marino saprà tirare fuori dal baratro in cui questo giocatore sembra essersi infilato). Certo, considerato che Kaladze e Bovo sono fuori il ritorno di Dainelli è più che positivo.
Ma è il centrocampo l’enigma con Veloso e Constant ancora in dubbio: più probabile l’impiego dell’ex Chievo piuttosto che quello di Veloso. Azzardiamo dunque la formazione: Frey, Mesto, Dainelli, Granqvist, Antonelli sulla linea dei difensori, Kukca, Seymour come regista basso, Kukca e Merkel a puntellarne i lati, tridente offensivo, Rossi, Gilardino, e Ze Eduardo.
Questa mattina rifinitura, poi Marino stilerà la lista dei convoncati e forse sarà più facile azzardare la formazione.
Quello che è certo però è che oltre la grande curiosità per Gilardino, ovvia, gira che ti rigira, anche nel turbinio dei cambi di panchina di queste ultime due stagione, il Genoa riparte sempre dal suo capitano: i moduli cambiano, si modificano, ma Marco Rossi trova sempre posto e va a posizionarsi proprio dove il mister necessita: da esterno basso a esterno alto, poco cambia.