Cronaca

Alluvione Genova, lo stato dei lavori: i fondi non arrivano, consiglieri pronti a manifestare

margini consiglio comunale

Genova. Se lo spezzino piange, Genova non ride: la mancanza dei fondi per ripristinare i danni del dopo alluvione è sbarcata oggi anche nel capoluogo ligure, in consiglio comunale.

“Il Comune, e non altri, ha garantito tutta la copertura finanziaria per gli interventi di somma urgenza, chi dice che vi sono stati rallentamenti e stop dice cose che non corrisponde al vero, non totalmente”. L’assessore ai Lavori Pubblici Mario Margini, su interrogazione dei consiglieri comunali Luciano Grillo e Giuseppe Murolo, ha tracciato lo stato dell’arte degli interventi approntati dall’amministrazione comunale dopo la terribile alluvione che devastò una parte di Genova il 4 novembre scorso. Margini si è soffermato in particolare sulla situazione del Fereggiano e su via Donghi.

“I lavori di ripristino idraulico del Fereggiano si concluderanno nel mese di marzo – ha detto l’assessore in consiglio comunale – abbiamo fatto il tutto, non solo a livello di ripristino, ma migliorando dove era possibile”.

Secondo le stime di Tursi la percentuale dei lavori fatti si aggira intorno al 70%. Tutta la documentazione contente i dati cantiere per cantiere sarà consegnata ai consiglieri con l’andamento reale aggiornato a 10 giorni fa. “I cantieri – ha detto Margini – sono tutti aperti, naturalmente, ognuno con problematiche di tipo diverso”.

Quanto alla frana delle Brignoline, l’assessore ha poi spiegato l’iter che ha condotto all’aggiudicazione degli appalti. “Si tratta di due appalti separati, il primo dato come somma urgenza a una ditta per gli interventi immediati e per un valore di circa di 300 mila euro”. Il secondo invece con gara a trattativa diretta per altri lavori pari a 1 milione di euro. “Ha vinto la stessa impresa, però a seguito di gara documentata”. Iniziati i lavori “abbiamo prestato attenzione anche ai palazzi sopra, onde evitare altri problemi. In questo modo – ha concluso Margini – ci pare non certo di aver risolto, ma sicuramente migliorato la situazione del Fereggiano”.

Secondo punto: via Donghi, l'”intervento più costoso e complicato, perché il privato, intervenuto in surroga, nella prima fase dell’operazione per ripianare lo sfondamento nel piazzale, ha riempito di materiale, ostruendo il torrente. Così abbiamo dovuto intervenire con un bypass per permettere di far passare l’acqua da un punto all’altro, per poi palificare e con un lavoro complesso prendere il materiale.

Dei 90 cantieri aperti dal Comune di Genova a seguito dell’alluvione, 26 sono già conclusi, 64 sono in corso. Gli interventi di “somma urgenza” sostenuti dal Comune nel post-alluvione ammontano a circa 20 milioni di euro, di cui 8 milioni di euro per lavori già eseguiti.

Terminato l’intervento, i consiglieri si sono detti d’accordo su un punto, come spiegato da Luciano Grillo, vicepresidente della commissione comunale sull’alluvione: “Siamo uniti in una una protesta che potrebbe tradursi in manifestazione, nel caso dal governo continuasse la mancanza di risposte ai 150 milioni di euro, minimi, per la messa in sicurezza idraulica o quantomeno per la riduzione del rischio nell’area Valbisagno-Fereggiano”.

Il limite secondo il consigliere comunale è stato raggiunto. “Fondi che in realtà non sono stati neanche promessi, è questa la presa in giro. Di fronte alla tragedia con perdita di vite umane nessuno del Governo di allora venne a fare una visita – ha poi ricordato Grillo – un ministro del nuovo esecutivo è arrivato ma non si è presentato in Comune, l’unico ente che si è fatto carico con risorse proprie del ripristino e del tentativo di migliorie per ridurre il rischio”. L’Aula Rossa, di solito spaccata tra maggioranza e opposizione su questo punto ritrova l’unità. “Vorremmo evitare proteste, anche dato il nostro ruolo istituzionale, però se ci cercano – ha concluso Grillo – ci trovano”.

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