Genova. Quest’oggi riprende al Senato la discussione sull’approvazione del decreto presentato dal Ministro Severino attraverso il quale si cerca di dare una risposta concreta alla grave situazione che affligge il sistema penitenziario. “Nel mentre è ancora vivo l’eco della violenta rivolta scoppiata ieri nel carcere di Bolzano, dove solo la professionalità della polizia penitenziaria ha impedito accadesse qualcosa di molto grave, non possiamo non sottolineare come quell’ennesimo evento critico è uno dei tanti segnali che rilevano la prossima implosione del sistema”, spiega Eugenio Sarno, Segratario generale Uil Penitenziari.
“Oggi, quindi, la politica ha una delle ultime occasioni per testimoniare un impegno concreto sul caldissimo fronte delle nostre carceri. Ancora una volta sollecitiamo, supplichiamo, il potere legislativo di fare presto e bene. Ai Senatori Berselli e Maritati, relatori, affidiamo le nostre speranze acchè si trovi un accordo su un testo che offra soluzioni concrete alle criticità in atto – prosegue – Si abbia coscienza che ogni istituto è una polveriera pronta a saltare in aria e le conseguenze di queste deflagrazioni non potranno non pesare su chi non ha saputo, politicamente, impedirne l’esplosione”.
“Dal 1° gennaio ad oggi – ricorda Sarno – nelle nostre degradate e degradanti prigioni si sono già verificati 3 suicidi, una quarantina di tentati suicidi con 18 detenuti salvati da morte certa dai baschi blu della polizia penitenziaria che, nello stesso periodo, conta già diciassette feriti a causa di aggressioni da parte dei detenuti. Quattro i detenuti evasi dalle carceri ed innumerevoli gli atti di autolesionismo grave. Inoltre è opportuno ricordare come a Siracusa nella scorsa settimana per alcuni giorni i detenuti hanno dato vita ad una rumorosissima protesta messa in atto attraverso la battitura di vettovaglie alle grate e sui cancelli”.
“Così come ci pare necessario sottolineare che all’esponenziale crescita della popolazione detenuta registratasi nell’ultimo decennio (dai 45mila del 2001 ai circa 68mila di oggi) è corrisposta una desertificazione degli organici della polizia penitenziaria che presentano vacanze per circa settemila unità. Il personale è allo stremo. Stanco, sfiduciato, arrabbiato, abbandonato. Consapevole che le scarse risorse di cui dispone non consentiranno una gestione delle tensioni e delle pulsioni che cominciano a manifestarsi in tutta evidenza”.
“Per questo – conclude il Segretario Generale della UIL Penitenziari – invitiamo il Ministro, il Parlamento ma lo stesso Presidente Napolitano ad intervenire per risolvere con prepotente urgenza questa criticità che ben presto potrebbe divenire un vero problema di ordine pubblico . Ma anche dal punto di vista sanitario i rischi sono molteplici, se non si interviene a garantire un adeguato servizio. E’ dell’ultima ora la notizia di un detenuto ristretto a Genova Marassi affetto da TBC senza che ciò abbia dato seguito all’isolamento dello stesso o abbia fatto scattare le operazioni di profilassi. La vicenda ha destato, ovviamente, notevoli preoccupazioni sul rischio di contagio per il personale operante e il silenzio ed il riserbo osservato dai vertici del carcere genovese non aiutano a recuperare serenità”.