Genova. Ridurre la tassa per gli scafi tra i 10 e i 14 metri, “la parte del parco natanti della piccola utenza stanziale” e adeguare l’imposta all’anzianità degli scafi: sono le richieste di Cna Nautica all’esecutivo Monti dopo l’annunciata tassa di di stazionamento sulle barche da diporto inserita nella manovra Salva Italia. Un provvedimento “pesantissimo per un settore che in Italia dà lavoro a 100 mila persone”, come definito dall’associazione di categoria.
“Così impostato – aggiunge – è ben lungi dal gravare sulla proprietà di beni di lusso e sui grandi patrimoni ma, paradossalmente, andrà a colpire la rete ampia dell’indotto dei servizi e della produzione nautica, con un progressivo svuotamento degli approdi turistici italiani a vantaggio di Francia, Spagna, Croazia e Montenegro”.
Tra le proposte della Cna anche quella di differenziare l’importo della tassa qualora per acque pubbliche si intendano quelle lacuali o fluviali e la non assoggettabilità per le unità utilizzate da aziende di servizio (assistenza e soccorso) o complemetari allo svolgimento della propria attività (unità scuole nautiche).