Sampdoria 2011, abc: Gol, Home e Iachini

beppe iachini

G come gol o se preferite goal, come si scriveva una volta. Tanto la sostanza non cambia, ieri come oggi, serie A come serie cadetta, il gol è diventato uno sconosciuto. Alle porte avversarie la Samp non dà più del tu, semmai del lei, quando non anche del voi. 26 gol segnati non sono pochissimi, anche se non all’altezza di quella corazzata candidata a “passeggiare” sui corpi delle avversarie (e poi ci sono sempre quelle 6 reti rifilate al Gubbio che alzano la media).

Non è però tanto nei numeri in sè che si trova il problema, quanto nel momento in cui arrivano le marcature: mai determinanti, utili solo per un 1-0 asfittico che poi viene puntualmente pareggiato o per recuperare da una situazione di svantaggio. Manca in definitiva “l’occhio della tigre”, la capacità di assestare il colpo da ko all’avversario. Neppure i gol subiti sono tanti, anche se c’è chi ha fatto meglio e la Samp, non fosse altro che per blasone, deve puntare solo a quello. Preoccupa piuttosto il modo in cui la difesa affronta le partite: gol come quello incassato contro la Juve Stabia sanno di distrazione colossale e di un approccio mentale da rivedere.

H come home. Trovare una corrispondenza per ogni lettera, non si creda, è difficile. Permetteteci allora la facoltà di ricorrere ad altre lingue, piccolo inganno, ma a fin di bene. La H sta per Home, parola inglese che vuol dire casa. Non l’abitazione del presidente Garrone, sotto cui i tifosi infuriati promettono di riunirsi se il campionato proseguisse in questo modo, ma la casa della Sampdoria. Il vituperato e allo stesso tempo amato, stadio Luigi Ferraris di Genova Marassi.

Qui si impongono due considerazioni, una tecnica, l’altra in parte extra-calcistica. Ecco la prima. Esiste un problema “prato amico” per la Sampdoria? La parola ai numeri: a Genova due vittorie, sei pareggi e due sconfitte. Cifre non proprio allettanti. Fuori casa, almeno, le vittorie sono tre. Peggio hanno fatto solo Nocerina ed Ascoli, fanalini di coda della serie B e questo certo un pò fa riflettere. Marassi dovrebbe essere un fortino, invece il fortino lo fanno gli avversari, che arrivano si chiudono a riccio e lasciano pochi spiragli agli avanti blucerchiati. La speranza è che la tendenza si ribalti.

I come Iachini: arriva in corsa, l’odiato nemico del Grifone che giocò un brutto scherzo ai rossoblù in quel di Piacenza.Arriva a Genova in corsa, al posto Gianluca Atzori, mette concentrazione, cattiveria, intravede nella preparazione fisica il problema della squadra.

C’è bisogno di benzina, dice. Poi comincia la sua vittoria, pareggio, pareggio, pareggio e la sconfitta contro il Pescara del maestro Zeman. Formazioni cambiate, difesa che dà qualche sicurezza più ma un attacco che risulta asfittico. Lui ci crede è deciso, memore del suo passato lombardo, prende la squadra e la stritola anche a Natale. La piazza gli concede pazienza fino a dopo la Befana, per ora carbone.

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