D come Delneri, che per noi fa rima con zenit, non la squadra di calcio bensì il punto più alto dell’emisfero celeste visibile. Insomma, quasi inarrivabile ed ancor di più insuperabile. Luigi Delneri da Aquileia, classe 1950, ex centrocampista (anche della Sampdoria), ma soprattutto allenatore. Di più, forse. Perché nell’era Garrone, dietro a Novellino, lui è l’allenatore per eccellenza. Una sola stagione sulla panchina blucerchiata, prima di fare il grande salto (per inciso, come si è visto, senza paracadute) verso la Juventus.
Delneri riporta la Samp ad annusare il profumo dell’Europa che conta, di Wembley, delle notti magiche delle trasferte continentali. Certo, ha una squadra molto competitiva e quei due, i gemelli del gol Cassano e Pazzini, là davanti a far sognare e soprattutto segnare. Ma Delneri ci mette anche del suo: squadra corta, tanto pressing, organizzazione ed anche gioco sulle fasce. All’epoca c’era in Italia, così come in Europa, chi giocava meglio e certo la Samp non le vinceva tutte. Ma che spettacolo quella stagione, l’ultima felice dalle parti di Bogliasco, specie se confrontata con i chiari di luna attuali.
E come Esplosività. Qualità che ti permette di arrivare per primo sulla palla, inserirti, arrivare lucido sotto porta ed anche vincere le partite. Il credo di Beppe Iachini, neoarrivato nel trita-allenatori blucerchiato. Sono due mesi che non si parla d’altro ma a Bogliasco, per quest’anno, l’unica esplosività che si vedrà è quella dei botti di Capodanno, e speriamo che i tifosi non li vogliano tirare contro la squadra. Anche questi potrebbero però rivelarsi più utili di quanto non si pensi: fanno fumo e sono anche pericolosi, ma non è escluso che sveglino l’ambiente.
Intanto il Doria lavora doppio per mettere benzina nel serbatoio (altra frase cui Iachini ci ha abituato), speriamo che serva e che permetta ai più capaci di tirar fuori anche un pò di qualità, che non guasta mai. E, per concludere, una domanda sorge spontanea: se mister Iachini insiste tanto con questa benedetta condizione fisica, a cosa è servita la preparazione estiva? Eppure qualche mese fa in ritiro sembrava che i blucerchiati sudassero le proverbiali sette camicie. Urge una risposta da Atzori. Ah già, troppo tardi.
F come Foggia, Pasquale Foggia. Arriva dopo Moena e l’altro Pasquale, Sensibile in questo caso, lo presenta con una frase inequivocabile e una invece piuttosto vaga (forse furbetta9). “E’ arrivata la qualità”, vero. “Sono arrivati i trequartisti”. Falso. Foggia è uomo di fascia, lo è sempre stato. Talvolta ha fatto anche la differenza, da quelle parti. Difficilmente si adatta a fare il trequartista, e infatti Atzori rinuncia alle sue ambizioni e ripiega su un più abituale 4-4-2 dove però Foggia raramente farà la differenza. Qualche spunto gli riesce, ma. Durante la conferenza stampa qualcuno gli chiese: “Rimarrà anche nel caso in cui la Samp non farà il salto di categoria?”. La domanda vera, ora è: “La società lo terrebbe anche se facesse il salto di categoria”.
Come F residuale (e la parole residuale in questo caso è azzeccatissima) ci sarebbe Fornaroli, l’uomo del giovedì, invocato spesso da una parte di tifoseria giustamente stanca del poco impegno di alcuni giocatori. Trova un paio di volte il campo come titolare, si danna in ogni zolla. Ma i risultati farfugliano (a proposito di F).