Genova. Come tutta l’organizzazione sperava (o forse come neppure avrebbe immaginato), come tutte le persone presenti sotto il tendone del PalaCep volevano, Adriano Celentano alla fine ha cantato, e lo ha fatto per due volte. Se chiuso così lo spettacolo voluto da Beppe Grillo in simbiosi con il farmacista Besana (presidente della Pianacci) e il dentista Gaggero.
Si è chiuso con Celentano che ha improvvisato un pezzo con alla tastiere Beppe Grillo, per poi cantare “Il ragazzo della via Gluck”. Ha cantato dal vivo, su un palco dopo 17 anni. Prima di imbracciare il microfono per intonare i due pezzi e sono solo per parlare ha scherzato con Don Gallo: “Se me lo chiede lui, lo faccio”.
Ma Celentano, come già aveva abituato i telespettatori dei suoi programmi televisivi o quelli di Annozero, ha parlato ed è stato un fiume in piena. Le storture di questo paese dipendono “da una destra corrotta e da una sinistra che si è fatta corrompere”. Non ha mancato neppure di citare e stigmatizzare i comportamenti democristiani. E ancora: ha ironizzato su Corrado Clini che appena insediatosi ha parlato di nucleare: “Lui è uno che ogni tanto si addormenta, e questa volta ha dormito per due mesi e non si è accorto che c’è stato un referendum”.
Come aveva fatto Ferruccio Sansa a inizio serata ha voluto parlare di cementificazione, di ambiente, e di tutto ciò che deteriora la qualità della vita. Nel suo discorso non sono mancati gli elogi al lavoro di Carlo Besana fatto al Cep.
Ma la frase più significativa è stata forse quella indirizzata a Beppe Grillo prima di cantare: “Saluto anche mister 4,5% sperando che possa crescere”. Un vero e proprio endorsement per un uomo che ha sempre fatto della politica, che non ha mai evitato di schierarsi, ma che per la prima volta lo fa per un movimento che per quanto civico e per quanto formato da cittadini comunque si presenta alla contesa elettorale.