Genova. “Aspettiamo, dobbiamo ancora vedere il testo del decreto, capire l’impatto sul bilancio, dopo di che prenderemo le decisioni in merito”. Sulla manovra ribatezzata dallo stesso Monti “Salva Italia”, prevale cautela anche se a Tursi, l’assessore al Bilancio del Comune di Genova, Franco Miceli, non sembra particolarmente ottimista. Come del resto Marta Vincenzi secondo cui, almeno a una prima analisi, è un provvedimento che “non migliora per i Comuni”.
Nonostante l’introduzione dell’Imu, ex Ici, la tassa sugli immobili con cui gli italiani avranno a che fare dal 1 gennaio 2012, che prevede il 4 per mille sulla prima casa e il 7,6 per mille sulle seconde case, e con la concessione della manovrabilità dell’aliquota che i Comuni potranno aumentare.
“Sembra che il Comune possa avere a disposizione la leva del 3 per mille su prima e seconda aliquota – spiega Miceli – ma non c’è da farsi grosse illusioni”. L’approvazione del bilancio, che a causa dell’alluvione e in vista della nuova manovra, è slittato a gennaio, dovrà infatti fare i conti con i possibili introiti del nuovo balzello “compensato però da minori trasferimenti statali”. Con l’Imu e la revisione delle rendite catastali (+60%), lo Stato dovrebbe incassare 11 miliardi dalla tassazione sugli immobili.
Nelle casse dei Comuni, invece, potranno restare solo gli introiti provenienti dalla manovrabilità delle aliquote, che però saranno utilizzati per il rifinanziamento del fondo di riequilibrio, minacciato dai tagli. Il timore per Miceli è infatti di “un pesante aggravio in termini di spesa corrente”.
Il taglio dei trasferimenti statali per i Comuni è previsto intorno a 1,45 miliardi di euro e secondo l’assessore “per Genova si parla più dei 50 milioni. Inoltre – continua Miceli – non si sa ancora se i tagli potranno essere compensati dall’Imu”. C’è poi la questione delle detrazioni previste per l’acquisto della prima casa, che i Comuni possono applicare a partire dai 200 euro. Ma anche su questo, conclude Miceli “staremo a vedere”.