Genova. “In questa azienda l’unica innovazione è esternalizzare senza migliorare la produttività. Il Comune deve pretendere il rispetto della cittadinanza e dei lavoratori”. Stamattina, nella Sala Rossa di Palazzo Tursi si è affrontato il caso Iren, colosso della distribuzione di acqua e gas. La dirigenza dell’azienda ha appena illustrato il piano di investimenti per i prossimi anni, ora tocca ai lavoratori portare le proprie ragioni ed esprimere tutta la loro contrarietà verso la razionalizzazione di Iren, che porterà circa cinquanta posti di lavoro in meno.
I consiglieri comunali ascoltano attenti, poi è il loro turno. Prima Alessio Piana (Lega Nord), poi via via tutti gli altri: dal Pd al Pdl, passando per Prc. La solidarietà verso i lavoratori è unanime, così come il rifiuto di alcuni punti del piano presentato dalla dirigenza: su tutte le questioni esuberi e precarizzazione del lavoro. L’unanimità, però, arriva fino ad un certo punto e Pdl e Lega non fanno sconti. “E’ possibile che il Comune, azionista di Iren, non faccia un approfondimento sul piano industriale? Come ripetiamo da tempo, le logiche del business non devono prevalere su quelle del servizio”.
Più duro ancora Alberto Gagliardi: “I nodi vengono finalmente al pettine. Tutto funzionava, poi si è pensato di finanziarizzare. Ma Iren fornisce un servizio pubblico, non è un’azienda privata: l’obiettivo è stato solo quello di fare affari e ora ne paghiamo le conseguenze”. Il riferimento è alla scelta di quotare in borsa i servizi acqua e gas.
Qui interviene il consigliere Pd Marcello Danovaro, per difendere le scelte prese in passato: “Rivendico le scelte del Comune. Se non avessimo consolidato ora non ci sarebbero soldi per investire e saremmo stati delle semplici prede nel mercato internazionale. I lavoratori, però, hanno ragione: il ricorso alle esternalizzazioni è un impoverimento dell’azienda”.
Probabilmente ci saranno altri dibattiti e discussioni sulla vicenda, ma i lavoratori Iren non intendono mollare: “Noi non ci fermiamo, sappiamo che i tempi della politica non sono brevi, ma se non ci saranno risposte organizzeremo altre manifestazioni e presidi”.