Il Genoa si inchina a un Milan rigoroso: a Marassi finisce 2 a 0 per i rossoneri

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Genova. Si immaginava una notte da Grifo. Perché per chi segue e conosce il Genoa sa due cose: primo che le notti da Grifone vengono fuori quando meno te lo aspetti, secondo che è proprio quando tutto sembra andare storto che ti devi aspettare la notte da Grifo.

Invece è filato tutto come un tifoso medio da Caltanissetta poteva immaginare: un Milan in salute avrebbe imposto la sua forza a un Genoa deficitario che nelle ultime tre partite disputate (Novara, Bari e Cesena) anche quando aveva vinto aveva manifestato dei limiti. Il Genoa si è arreso alla superiorità tecnica e fisica del Milan, a un rigore giusto e a una espulsione frettolosa.
Il Genoa privo del suo miglior giocatore, quel Rodrigo Palacio capace di fare ovunque la differenza, si è presentato con la formazione annunciata: Frey, Granqvist, Dainelli, Kaladze, Mesto, Rossi, Veloso, Constant, Moretti, Jankovic, Pratto.

Durante tutta la partita il Genoa ha avuto tre occasioni gol: una inventata da Veloso, la seconda manovrata e conclusa ancora dal portoghese, la terza (che forse sì avrebbe acceso speranze e cattiveria) con Marco Rossi. Dal suo canto il Milan ha sfibrato le resistenza rossoblù con uno sfinente possesso palla, con azioni mirate e ficcanti. La partita non si è chiusa prima solo perché le migliori palle gol del primo tempo sono finite sui piedi ruvidi di Nocerino.

Le occasioni rossoblù del primo tempo, dicevamo, le ha avute entrambe Veloso: una al 34’ in cui ha impegnato Amelia con una punizione defilatissima, l’altra dopo un appoggio all’indietro di Pratto e tiro nell’angolino.
Prima, dopo, durante tantissimo Milan che ha collezionato il 73% del possesso palla. Il gol arriva con la solita azione alla mano del Milan, passaggio filtrante per Ibrahimovic che viene messo a terra da un Kaladze avventato. Rigore, seconda ammonizione per l’ex rossonero. Uno a zero e Genoa in dieci. Siamo al decimo minuto dall’inizio del secondo tempo.

Da lì, una partita già difficilissima diventa impervia. Il Genoa ha uno spunto e colleziona la sua terza e ultima vera palla gol: cross dalla destra tacco di Rossi a pochi metri da Amelia, palla fuori. Un soffio.

Il Milan riprende a fare il suo gioco, ancor più agevolato dalla Genoa decimato, e trova a dodici minuti dalla fine il gol del due a zero: azione di Boateng che mette in mezzo per Nocerino che sulla linea riesce a fare gol. Da lì pura accademia e un po’ di noia. Ricomincia il processo a Malesani. Mollo io? Forse lui no, ma il Genoa un po’ sì.

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