Cronaca

Genova, epilogo o rilancio: approvato il Puc targato Vincenzi

brindisi consiglio comunale

Genova. Il consiglio comunale ha votato l’adozione del nuovo piano urbanistico, il documento che disegna lo sviluppo della città proiettandola nel futuro: 25 sì, 15 no, 3 astenuti e brindisi in Aula con bottiglia di spumante.

Dopo la lunga giornata di ieri e il braccio di ferro tra maggioranza e minoranza, il Puc è arrivato stamani in Aula Rossa per il rush finale. L’iter è stato lungo e complesso: quasi 30 sedute di commissione, a cui si sono aggiunte le audizioni di comitati, associazioni, municipi. Nonostante questo ieri in aula sono stati depositati quasi 100 emendamenti e 200 ordini del giorno. Oggi le dichiarazioni di voto di ciascun gruppo: maggioranza compatta sul sì (Pd, Idv, Sel, Verdi e la Nuova Stagione),  astensione per l’Udc e un consigliere del gruppo Misto, Franco Maggi. No di Lega Nord, Pdl, Rifondazione Comunista, della consigliera Manuela Cappello e del gruppo l’Altra Genova.

Al via dunque quello che da Marta Vincenzi è considerato il fiore all’occhiello della sua amministrazione, sulle linee tracciate da Renzo Piano. Diverse le critiche da fronti diametralmente opposti: scontenti una parte di ambientalisti così come i costruttori.

“Il Puc rappresenta l’idea di una città avanzata nella dimensione europea. Vogliategli bene”, aveva detto nella sua relazione di presentazione la Vincenzi. La sindaco ha difeso le scelte del piano urbanistico tramite cui “non sarà più possibile violentare il territorio, realizzare gli stessi scempi edilizi compiuti negli anni ’50 e ’60, che hanno portato al disastro che ancora è negli occhi e nel cuore di tutti noi. Importanti saranno anche le ricadute per quanto riguarda l’occupazione e l’offerta di posti di lavoro – ha detto ancora la sindaco – con un incremento che si registrerà già nei prossimi anni”. Sono previsti nuovi 5.500.000 metri quadri di verde pubblico e privato in città. Diminuirà di 100 chilometri il tracciato delle strade urbane per il traffico su gomma. E a proposito di infrastrutture, tra gli emendamenti è stato bocciato quello di Antonio Bruno, Rifondazione Comunista, che chiedeva “l’eliminazione della realizzazione della gronda”.

Un “contributo importante per la città del futuro” che “vale il lavoro di un’amministrazione”, così l’ha definito il vicesindaco Paolo Pissarello, che punta sulla “crescita sostenibile dal punto di vista delle capacità dell’ambiente, ma anche del territorio dove l’economia può trovare opportunità di sviluppo”.

Genova continuerà a svilupparsi intorno al suo Porto, ma lo farà secondo logiche “sostenibili”, per “esaltare la sua posizione nell’arco del Mediterraneo e in Europa”. Dal punto di vista urbanistico, significa prevedere la realizzazione di una nuova bretella autostradale (Gronda di Ponente), di un nuovo Nodo ferroviario (infrastrutture pensate in funzione della realizzazione del Terzo Valico), comprendere nel piano urbanistico un gassificatore (a Scarpino), un villaggio tecnologico (detto degli Erzelli), un incremento significativo del trasporto su rotaia.

“Questo piano sbagliato, frettoloso e incompleto di per sè non causerà la rovina di Genova – ha commentato il candidato sindaco Enrico Musso e consigliere comunale de l’Altra Genova – certo però la farà proseguire nell’attuale declino”. Secondo Musso si “è persa l’occasione per una strategia di rilancio della città alla quale questo piano rinuncia consapevolmente”. Una scorrettezza di metodo inoltre “consegnare un piano alla futura amministrazione entrante che non ha minimamente contribuito a elaborare”.

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