Regione. “Se il Presidente Burlando pensa di metterci in un angolo si sbaglia! Noi continueremo la nostra azione per inserire in calendario la previsione di tagliare i costi della politica”. Lo comunicano con una nota congiunta i consiglieri regionali e il coordinatore Giovanni Paladini, oggi a Roma per seguire i lavori dell’esecutivo nazionale del partito, in riferimento alla crisi della maggioranza in regione Liguria.
“L’idea di firmare una fiducia in bianco non va nella direzione dell’interesse della Regione e non è funzionale al modello collegiale – spiegano gli esponenti Idv – Ognuno paghi per gli errori commessi. Il nostro impegno è quello di stare all’interno della realtà regionale e non possiamo essere considerati ricattatori e dietrologi soltanto perché difendiamo le esigenze dei liguri”.
E ancora: “IdV è un partito che ha pari dignità del PD e degli altri partiti della coalizione. Vogliamo che venga rispettato il gioco democratico senza minacciosi avvisi di chiusura della ‘ditta’. Non ci spaventa la serrata del Presidente. Ci aspettavamo più garanzie e non si possono censurare manovre nazionali per eguagliarle a quelle regionali”.
Inoltre, “siamo delusi per la mancanza di una cabina di regia per la sanità. Volevamo ed abbiamo chiesto solo un confronto per esprimere il nostro disagio su questo tema e ciò non ha sortito nient’altro altro che superficialità e pochezza e indubbiamente non rappresenta un bel segnale da dare ai liguri vendere i gioielli di famiglia e aumentare la tassazione. Tutto questo non ha nulla a che vedere con la valorizzazione e di sicuro queste non sono le politiche forti che avremmo voluto per i liguri. Per opportunismo, avremmo potuto far finta di niente, ma ci teniamo alla trasparenza nei processi decisionali perché in questo frangente è stata molto poca”.
Per concludere gli esponenti Idv ricordano “che con certi atti si vincolano anche le nostre scelte soprattutto quelle di partito e non si può pensare di assumere provvedimenti costosi e impopolari che possono essere dimenticati dopo pochi mesi senza essere oltretutto risultati utili allo scopo. Siamo tacciati di arroganza quando invece le nostre richieste, tutt’altro che ricattatorie, intendono semplicemente affermare un principio sacrosanto: tutti all’interno della coalizione hanno uguali diritti. L’autoassoluzione non è sicuramente un buon metodo e persino Giulio Cesare fu costretto, per governare, a stringere l’alleanza con Crasso e Pompeo.”
“La politica della riduzione dei costi – proseguono – per noi era prioritaria e andava fatta in questo momento storico di crisi del nostro Paese in affanno per sopravvivere. Non abbiamo nulla da temere perché crediamo in ciò che facciamo anche se questo comportamento può a volte essere urticante e poco gradito agli alleati“.