Finale Ligure (Savona). Matteo Giordano lavorava come giardiniere presso il campeggio “San Martino” da una trentina d’anni e, a quanto pare, non aveva mai dato particolari problemi. A scatenare il suo raptus di follia, fu una lite scoppiata per futili motivi con Rosanna Piattino, 65 anni, genovese di origine e suocera del gestore del camping situato sulle alture finalesi.
Stamane è stato assolto per un totale vizio di mente. Si è chiuso con questo verdetto, in Corte d’Assise a Savona, il giudizio immediato per Matteo Giordano, 89 anni.
Una sentenza che, visto lo stato di incapacità totale di intendere e di volere di Matteo Giordano (accertata dal perito Gianluigi Ruocco e che lo rendeva di fatto non imputabile), era attesa. Il tribunale ha però disposto che l’uomo sia ricoverato per 10 anni all’interno di un Ospedale Psichiatrico Giudiziario. Al momento Giordano (assistito dall’avvocato Loredana Ermia) era detenuto nella struttura di Montelupo Fiorentino, ma il gip Emilio Fois, ritenendola inadeguata, aveva già chiesto all’Assistenza Psichiatrica Territoriale di trovargli un’altra sistemazione. Considerata l’eta avanzata dell’uomo, Giordano non è mai stato rinchiuso in carcere. L’89enne non ha mai risposto ai giudici e non ha mai chiarito esattamente i motivi del suo gesto omicida.
Stamattina, in aula, la famiglia della vittima si era costituita parte civile nel processo, ma vista la non processabilità dell’uomo i familiari della vittima non avranno la possibilità di ottenere un risarcimento danni.