Genova. Il corteo di Fincantieri, composto da circa 400 lavoratori, quindi numericamente contenuto e meno rumoroso rispetto al solito, è arrivato davanti alla Prefettura di Genova per l’incontro con il Prefetto Antonio Musolino, a cui verranno poste sul tavolo due richieste, ovvero il piano industriale e l’intervento del governo sul gruppo Fincantieri.
“Andiamo dal Prefetto per ricordargli di far presente al nuovo governo la vertenza Fincantieri-Sestri Ponente”. Lo ha detto Francesco Grondona, segretario generale della Fiom Cgil di Genova. “L’Autorità Portuale di Genova ha detto che ci sono armatori disposti ad affidare commesse a Sestri Ponente – ha aggiunto -. Un concetto ribadito dal presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, ma l’ad di Fincantieri, Giuseppe Bono, ha detto di no. Forse è deciso ad attuare il piano che aveva ritirato a giugno. E’ una questione da chiarire. Dobbiamo capire perché il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che è stato capace di creare un governo in tre giorni, non può influire su una situazione come questa e perché un’azienda di Stato non riesca a trovare una soluzione”.
Prima della riunione con il Prefetto, attualmente in corso, anche Alessandro Vella, segretario della Fim Cisl, ha dichiarato: “Chiederemo aiuto al Prefetto affinché solleciti il nuovo governo in merito alla cantieristica italiana e in particolare sull’urgenza di Sestri Ponente, che rispetto agli altri cantieri è in grossa difficoltà”.
“Quello che è stato detto ieri dal presidente dell’Autorità Portuale Merlo, infatti, conferma che le navi da crociera sono poche nel mercato e che quelle poche esistenti vengono acquisite con grosse difficoltà, perché ci sono cantieri stranieri che praticano circa il 20% in meno sui prezzi rispetto a Fincantieri – conclude il segretario della Fim – Il cantiere di Sestri Ponente, quindi, non farà più navi da crociera, ma visto anche il finanziamento per il ribaltamento a mare, a questo punto ci devono dire quale sarà il progetto per il nostro stabilimento. La missione produttiva deve essere stabilita da un piano industriale, che ancora non è stato presentato e per cui il governo e l’azienda devono impegnarsi subito”.