Genova. L’iniziativa in sostegno della alluvione effettuata attraverso la vendita di magliette con la scritta “non c’é fango che tenga”, si interromperà lunedì. E’ stata questa la difficile scelta fatta dalla proprietaria del logo, Caterina Ansaldi, una commerciante genovese, che per evitare che l’iniziativa di solidarietà si trasformi in un business e in attii di sciacallaggio ritirerà il marchio.
Le magliette, ristampate in questi giorni, saranno quindi vendute ancora oggi e domani e poi spariranno “Da lunedì – ha annunciato la Ansaldi a Radio 19 – ogni maglietta in commercio non sarà autorizzata e, pertanto, sarà falsa”.
Intanto, se ieri il Comune ha fatto il punto sulle iniziative di solidarietà, è stata creata una pagina di Facebook per sapere come vengono usati i soldi raccolti dall’associazione Gioia, la fondazione creata per aiutare la famiglia di Flamur Djiala, il papà di Gioia e Janissa, le due bambine di otto e un anno morte nel tragico alluvione del quattro novembre.
La pagina è stata creata dagli amici di Flamur, ancora in Albania dove abitava prima di trasferirsi a Genova 15 anni fa. “E’ un modo – spiegano gli amici – per rendere trasparente il modo in cui vengono usati i fondi raccolti e che raccoglieremo. Vogliamo che la gente sappia che la nostra è una iniziativa seria e che serve per ricomprare quanto Flamur ha perso nell’alluvione, permettendogli di ricominciare a lavorare”. L’associazione ha aperto un conto dove mandare donazioni: IT84U0200801401000101756575, intestato all’associazione Gioia.