Genova. “Stiamo preparando un dossier per fare luce sulle cause che hanno reso possibile lo scempio che ha devastato Genova lo scorso 4 novembre”. Santo Grammatico, neo-presidente di Legambiente Liguria vuole vederci chiaro. “Sicuramente raccoglieremo informazioni utili da inserire nel Puc della città, ma non è escluso che alla fine presenteremo anche un esposto in Procura in merito a edificazioni o costruzioni non a norma”.
L’associazione ambientalista sta raccogliendo una ricca documentazione relativa alla costruzione di edifici e strutture nel quartiere di Quezzi e in Valbisagno, che potrebbero aver aumentato il dissesto idrogeologico della zona. Tra i casi presi in esame ci sono anche quello di un autosilos in costruzione nella piazzetta di Pedegoli, vicino alla confluenza tra il Rio Fereggiano e il Rio Finocchiara, un’area a rischio esondazione che possiede comunque tutte le autorizzazioni necessarie.
“Il Ministro Clini un paio di giorni fa, durante la sua visita a Genova, è stato molto chiaro nel dire che occorre rivedere le mappe del rischio – continua Grammatico. “La posizione del’assessore Renata Briano in questo senso ci vede d’accordo: la variante di salvaguardia è necessaria”.
Il dito è puntato invece contro altri amministratori regionali, come “Burlando, Paita e Fusco”, dice Grammatico: “Prima di portare avanti altre concessioni edilizie e continuare ad edificare sarebbe meglio aspettare e rivedere gli ambiti di pianificazione, i piani di bacino, i piani del rischio. Di fronte al disastro è chiaro che ormai sia giunto il momento di fermarsi e di dire stop al cemento”.