Genova. Oggi doveva essere il giorno del nuovo piano industriale di Fincantieri, dopo le manifestazioni di ottobre, la fumata grigia del vertice romano con lo scenario di nuove commesse solo per i cantieri più efficienti, cioè con un numero di esuberi corrispondente, e le proteste dei lavoratori di Sestri Ponente, l’ultima poco più di due settimane fa al grido “lavoro, lavoro”, accompagnata dalla solidarietà dei commercianti della delegazione
Il vertice con il Ministro Romani è stato invece rimandato con la richiesta informale di posticipare l’incontro all’inizio della prossima settimana, tra lunedì 14 e mercoledì 16 novembre. La comunicazione è arrivata due giorni fa, quando le dimissioni del Premier erano nell’aria ma non ancora certe. In attesa della conferma ufficiale di convocazione, il fantasma della caduta del Governo agita i sonni già inquieti di lavoratori e sindacalisti, cha hanno davanti due ultimatum: a dicembre scade la cassa integrazione, mentre a marzo verrà consegnata l’ultima commessa, lasciando lo stabilimento di Sestri Ponente senza lavoro e senza futuro.
Potenzialmente, un disastro, è il commento in ambiente sindacale. “Se il Governo rimane in carica e continua il silenzio – spiega Bruno Manganaro, Fiom Genova – dobbiamo rimetterci in moto”. Una soluzione per prendere tempo e superare così anche crisi di Governo e scenari futuri, secondo Manganaro, ci sarebbe: “Si prende un pezzo di troncone di nave e si trasferisce il lavoro di un altro cantiere a Sestri Ponente”. In questo modo si “garantirebbero altri sei mesi di lavoro, magari non per tutti, ma almeno riusciremo ad arrivare all’estate”.
“A Sestri abbiamo questioni impellenti e prioritarie – è il commento di Alessandro Vella, Fim Cisl – non mi preoccupa tanto un’eventuale proroga della cassa integrazione, quanto capire se ci sarà un cantiere con una missione produttiva in futuro. Questi chiari di luna certo non aiutano a trovare soluzioni per Sestri Ponente, speriamo soprattutto di continuare ad avere un interlocutore” è la conclusione di Vella.