Cesena-Genoa e l’ambigua sincerità di Alberto Malesani

alberto malesani

Genova. Alberto Malesani in questi giorni ha parlato molto. Dal post partita contro il Novara, al Bari e naturalmente per la preparazione della partita con il Cesena.

Come già si è notato in più occasioni lo ha fatto con una calma e una serenità che non gli si attribuiva. Il ricordo di un Malesani sfrenato sotto la Fiesole, o in corsa verso in tifosi del Parma o ancora esagitato nell’ormai famosa conferenza stampa greca prevalevano nel ricordo e nella valutazione del suo temperamento.

Invece lo si trova a tirare fuori le risposte alle domande che tutti vorrebbero fargli. E spesso lo fa anche quando nessuno glielo chiede.

Tra gli addetti ai lavori e forse anche tra i tifosi ci sono due ordini di questioni: la prima è relativa al gioco e al modulo. La seconda è quella relativa ai suoi interpreti.

Nel primo caso Malesani risponde in maniera più abbottonata e rituale: in questo momento l’importante sono i risultati, abbiamo segnato una media di due gol a partita, non ho mai promesso gioco sfavillante, siamo appena all’inizio, abbiamo cambiato tanto, etc. etc.

Dall’altra invece non si esime da valutare tutti i giocatori senza esitazioni, pur sapendo che parte della piazza chiede cambi soprattutto su Caracciolo e Constant, in favore dei vari Jorquera, Pratto, Seymour.

Su Caracciolo già aveva chiesto tempo. Su Constant, pur ammettendo le sue difficoltà, conferma che è un giocatore importante, che è stato un investimento importante e che non bisogna far altro che aspettarlo: “le qualità ce l’ha, è sottorendimento, non è continuo ma è stato preso per fare il titolare”. Definisce poi Jorquera, colui su cui anche nella sfida contro il Bari la gradinata mostra di infondere un’enorme fiducia, “un ragazzino che quando viene inserito fa sempre buone prestazioni”. Discorso più o meno analogo su Pratto. Ma quanto qualcuno azzarda alla possibilità di un loro utilizzo da titolare, la risposta è schietta: “Questo giocatori non sono stati comprati per fare i titolari, sono stati presi perché imparassero”.

Nella sincerità e calma di Malesani è proprio qua che sta l’ambiguità: le gerarchie sono fatte per essere ribaltate, soprattutto nel calcio. Un allenatore è fatto per prendere delle scelte, non per perseverare nelle scelte fatte sulla carta. Si pensi alla Juve di Conte che mette da parte tutte le ali e alette prese per giocare, il Milan dei mediani di Allegri che ha rinunciato a Pirlo.

Ancora più ambiguo, in questo senso, è il fatto che parlando degli esperimenti contro il Bari, parli di modulo e non di giocatori. “Ho sbagliato io, ho fatto un tentativo, bisogna sbagliare per capire che la strada maestra era un’altra”. Allora perché non inserire almeno un “ragazzino” anche con il modulo e in contesti più solidi?

Preparando la partita di domani contro il Cesena ha puntato infine la sua attenzione su il campo sintetico e la preparazione atletica. A Pegli durante la settimana la squadra ha svolto diverse seduto sul sintetico, lo ha fatto in particolare Sebastien Frey proprio per abituarsi a palloni che potrebbero prendere una velocità diverse rispetto all’erba. Poi si è detto più che contento dello stato di forma della squadra, che anche a Bari ha corso per tutta la partita (anche se, in questo caso, dagli spalti è sembrato che il Bari a tratti avesse una marcia in più).

Squadra come noto già a Cesena, la rifinitura dovrebbe dunque confermare le scelte conservative di Malesani, che procede così sulla strada tracciata sin da settembre. Frey in porta, linea difensiva con Mesto, Granqvist, Kaldze e Moretti, a centrocampo Rossi, Veloso, Constant e Merkel, punte Palacio e Caraccioli. A disposizione un bel po’ di ragazzini scalpitanti presi per fare solo le riserve.

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