Roma. “Ci aspettiamo la commessa di una nave o almeno il troncone di una nave”. Lo aveva dichiarato questa mattina Bruno Manganaro, segretario Fiom Cgil, alla vigilia dell’importante vertice ancora in corso a Roma tra le parti e l’amministratore delegato Giuseppe Bono per fare il punto sui carichi di lavoro di tutti cantieri dell’azienda. Al momento, però, le poche notizie che trapelano dall’incontro, non fanno presagire nulla di buono per lo stabilimento di Sestri Ponente, strozzato dalla mancanza di lavoro e a rischio chiusura da marzo 2012, quando l’ultima commessa sarà ultimata.
Secondo quanto affermato dal direttore generale Vitalino Pappaianni: “i carichi di lavoro per il 2011 e quelli previsti per il 2012 sono dimezzati rispetto ai livelli pre-crisi”. Nessuna ripresa in vista, dunque, per il settore della cantieristica alle prese con una dura crisi e con un’ancora più dura concorrenza. Una condizione che ha contribuito a spostare l’asse d’interesse di Fincantieri verso nuove “avventure industriali”, soprattutto per il cantiere di Sestri Ponente, creando preoccupazione e una dura opposizione nelle file della Fiom e degli stessi amministratori locali che hanno più volte blindato la vocazione di Sestri, da sempre dedita alle costruzioni navali.
Dopo le dure proteste dei dipendenti Fincantieri delle scorse settimane, l’impegno ufficiale assunto dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e la firma del Ministro Tremonti per sbloccare i finanziamenti del ribaltamento a mare, l’incontro odierno, richiesto a gran voce dai sindacati vista la mancanza di un piano industriale, doveva servire a dipanare i dubbi e dare qualche certezza di più ai lavoratori genovesi, ma i messaggi da Roma parlano di un incontro “molto negativo”, lasciando presagire di fatto un “nulla di buono”.