Genova. Confermato il fermo dell’autotrasporto italiano proclamato da Trasportounito. Gli autotrasportatori, ovvero tutte le imprese aderenti o non a Trasportounito, ma unite dalla comune emergenza, incroceranno le braccia a partire dalla mezzanotte e il fermo dei servizi di trasporto merce proseguirà sino a venerdì prossimo alle 24. Per gli scali liguri è quindi altissimo il rischio paralisi, soprattutto per quelli di Genova e Savona, con possibili, pesanti ripercussioni anche sul traffico cittadino e autostradale.
“Noi non vogliamo somme per l’autotrasporto ma regole e siamo pronti a restituire i 400 milioni al governo perche li utilizzi per cose che richiedono finanziamenti”. Lo ha detto Giuseppe Tagnocchetti, coordinatore regionale di Trasportounito Liguria, che ha confermato il blocco del servizio dell’autotrasporto.
“Noi abbiamo bisogno di regole – ha detto Tagnocchetti – che potrebbero permetterci di recuperare quanto serve alle imprese dal mercato a costo zero. Chiediamo al governo che intervenga, dal punto di vista normativo, per regolamentare un settore che é stato liberalizzato ma economicamente non ce la fa più. Il fermo sarà massiccio. L’adesione è già ampia ma riteniamo che molte aziende, aldilà della sigla associativa, aderiranno a questa iniziativa di fermo e quindi è possibile che domani, nei porti liguri, l’autotrasporto non lavorerà in massa”.
Il sottosegretario ai Trasporti Bartolomeo Giachino ha invitato l’organizzazione a desistere dallo sciopero definito “irresponsabile”, ma l’appello non è stato accolto. Trasportounito ha anzi invitato tutti gli autotrasportatori che parteciperanno alla protesta ad “adeguarsi allo spirito di una manifestazione pacifica”.
Trasportounito chiede interventi per la funzionalità del mercato e le normative del settore, come tempi di pagamento certi, modifiche al sistema dei costi minimi, così come al sistema degli accordi di settore, e più vigilanza sui contratti di trasporto e intermediazione. Inoltre chiede interventi per realizzare un gasolio professionale nazionale, per determinare una strategia nei confronti delle compagnie assicuratrici e per rivedere l’applicazione degli studi di settore. Contrarie allo sciopero si sono dette le altre due organizzazioni dell’autotrasporto, l’Unatras e Anita.
Per Pasquale Russo, segretario nazionale di Unatras, invece la protesta è un’azione “inutile e dannosa” e comunque l’organizzazione che l’ha indetta “rappresenta sono una minuscola parte della categoria”. Per Eleuterio Arcese, presidente di Anita (aderente a Confindustria) la protesta è “un atto irresponsabile”. Per Anita: “non possiamo permetterci giorni di fermo che bloccherebbero punti nevralgici di smistamento delle merci come porti e interporti. Inoltre – prosegue – all’interno della Legge di stabilità 2012 sono previste risorse destinate all’ecobonus, l’incentivo per l’utilizzo delle autostrade del mare, un’operazione modale importante al pari del ferrobonus”.