Salute del mare, Briano a Greenpeace: “Basta interventi spot”

Genova. “Nel raccontare la verità ai cittadini, non bisogna fare controlli spot, tra l’altro in zone dove sappiamo benissimo che ci sono inquinamenti antichi, dovuti a attività presenti sul territorio. Bisogna contestualizzare tutto in un quadro complessivo, e noi attraverso i dati presenti sul nostro sito lo facciamo. Gli interventi spot hanno una grande rilevanza mediatica, ma poi non raccontano la qualità del nostro mare, mentre preoccupano i cittadini in maniera esagerata”. Così Renata Briano, assessore regionale all’Ambiente, a margine della presentazione alla stampa dei dati annuali sulla qualità del Mar Ligure: “uno dei mari più controllati d’Italia”, sottolinea la Briano, che non si trattiene comunque dal criticare, “in amicizia”, interventi “spot” come quello di Greenpeace,  l’associazione ambientalista che alcuni giorni fa ha effettuato un blitz presso la Regione Liguria per denunciare la situazione critica in cui versa il Santuario dei Cetacei.

“E’ giusto invece che i cittadini possano guardare con la massima trasparenza la situazione reale, in cui ci sono criticità e aspetti positivi – continua Briano .

La critica è rivolta a Greenpeace, “ma anche alle altre associazioni ambientaliste che per fare notizia usano questo metodo. Di Greenpeace condivido comunque le battaglie, come quella per la salvaguardia del Santuario del Cetacei, l’area marina protetta che va dalla Toscana fino alle coste francesi. Tra l’altro ci aiutano molto, visto che col Ministero sono anni che facciamo battaglie su questo tema”. La Regione Liguria ha annunciato che chiederà una riunione specifica a livello internazionale sulla tutela del Santuario e sta lavorando per una riunione specifica con tutti i soggetti coinvolti: ministeri dell’ Ambiente di Italia, Francia e Principato di Monaco, e Regioni Sardegna, Toscana e Corsica, oltre ad altre agenzie. “La tutela del Santuario dei cetacei merita un’attenzione di tipo collettivo – ha detto Briano – e riteniamo utile riprendere il discorso”.

I punti critici del nostro mare sono noti, ma “la situazione complesiva è buona, tutti i punti monitorati hanno dato parametri di balneabilità – continua Briano. “Le praterie di posidonia sono in buona salute e anche le zone più critiche, come i sedimenti che ci raccontano la storia industriale della nostra regione, la foce di alcuni torrenti o i porti, abbiamo analizzato le colonne d’acqua sovrastante che ha dato invece buoni risultati”.

350 chilometri di costa, 26 tratti costieri, 12700 analisi chimiche l’anno, 406 punti di monitoraggio per le acque di balneazione, 2548 campioni routinari. Sono questi i numeri del Mar Ligure, presentati oggi dagli assessori all’Ambiente e al Turismo Renata Briano e Angelo Berlangieri, il direttore scientifico di Arpal e Maurizio Costa dell’Osservatorio ligure pesca e ambiente.

“I punti critici sono quelli vicini alle aree urbane e i porti – continua Briano, “l’area della Stoppani, anche se con la messa in sicurezza l’area è migliorata. E poi alcune zone che rimangono da coprire per quel che riguarda la depurazione del mare, per esempio il comprensorio di Albenga o alcune cittadine del Tigullio”.

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