Albenga. “Mi chiedono sempre, ‘don Gallo, ma lei a che università si è laureato?’ e io rispondo: la strada”. Così è incominciato il discorso di don Andrea Gallo, tra gli ospiti della giornata conclusiva di “Ottobre…De Andrè”. D’altronde non è una novità. Il fondatore della Comunità di San Benedetto, che ieri ha ricevuto dai Fiori di Faber un assegno di 3600, ha trascorso tutta la sua vita per strada ad aiutare il prossimo.
“Io abitavo a Certosa e in 7 minuti il tram, grazie alla galleria, arrivava a Caricamento – ha continuato don Gallo – Quando sono arrivate le infrastrutture e la modernità, non è che sia cambiato molto. Un giorno ho detto a mia mamma, che era già 90enne, che avevo preso la metropolitana e lei mi ha chiesto quanto ci avevo messo. 5 minuti, ho risposto e lei: ‘sai che cambiamento, prima ne impiegavamo 7”.
Storie di vita, racconti di Genova, di una città che ha e avrà sempre il suo cuore nei vicoli. “Il caruggio è il cuore di Genova e questo Fabrizio lo sapeva bene”, ha detto don Gallo parlando dell’amico De Andrè e salutando con affetto Dori Ghezzi, ospite anche lei della manifestazione. “Lui ha fatto la maturità al liceo Colombo e quindi quando marinava la scuola andava sempre nei vicoli – ha concluso il prete di strada – e menomale che lo ha fatto, perché solo così ha potuto frequentare via del Campo, conoscere la vera musica e i cantatori genovesi, e diventare quello che era”.