Genova. La richiesta è “lavoro per Sestri” e una “diversa attenzione verso Fincantieri”. E’ il commento di Bruno Manganaro, segretario provinciale Fiom, oggi ad attendere il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in Largo Lanfranco, insieme agli altri 600 lavoratori dello stabilimento di Sestri Ponente.
“O si salva tutto il gruppo – spiega Manganaro – o non si può pensare di trattare cantiere per cantiere. La partita va giocata sul tavolo europeo, ma è necessario che tutti gli stabilimenti restino aperti, se i dirigenti non opereranno in questo senso, si assumeranno tutte le responsabilità”. I lavoratori dietro le transenne hanno accolto il presidente al grido di “lavoro lavoro”, accompagnato da un applauso caloroso.
“Abbiamo chiesto anche meno di una commessa – sottolinea poi Manganaro – basterebbe un troncone di una nave per dare lavoro e assicurare gran parte del 2012, permettendo così una trattativa con azienda e governo su nuove prospettive. Ma se non viene dato ossigeno, il segnale è chiaro: significa che vogliono solo chiudere”. Non è bastato l’annuncio dello sblocco dei finanziamenti per il ribaltamento a mare, con l’attesa firma di Tremonti sul decreto, i lavoratori di Sestri Ponente temono per la mancanza di lavoro e per la successiva chiusura del cantiere.
“I lavori per il ribaltamento si sa sono lunghi – spiega ancora Manganaro – e il rischio intoppi è alto. Se Sestri chiude temiamo non riapra, e quindi il ribaltamento servirà per fare qualcos’altro”. La riconversione secondo il sindacalista resta un’ipotesi possibile, ma “ciò che temiamo è la chiusura del cantiere”. Quanto a una diversa produzione rispetto alla costruzione di navi è “impossibile, e a quel punto non si capirebbe perchè ampliare il cantiere per poi fare altre cose”.