Politica

La benedizione di Don Gallo a Marco Doria: “Oua ghe semmu”

Genova. Il dado è tratto: Marco Doria, il Pisapia in salsa genovese, ma anche il terzo uomo che spariglia le carte in seno al Pd, si è presentato ufficialmente alla città e al popolo delle primarie che quest’inverno, a gennaio se la richiesta di Marta Vincenzi sarà ascoltata, si recheranno alle urne per scegliere il candidato di centrosinistra in corsa alle amministrative 2012.

Non c’è la suggestione della piazza, né l’autorevolezza di Palazzo S.Giorgio, ma la sala del Cral in via Albertazzi è gremita, età media non troppo bassa, alcune centinaia di persone, volti noti di Sel, della società civile e qualcuno anche del Pd.

La parola va prima ai “sette saggi” che ne hanno richiesto la candidatura (Giovanna Rotondi Terminiello assente per motivi di lavoro), poi, un po’a sorpresa, a Don Gallo. “Appena ho saputo – ha detto il prete della comunità di S.Benedetto – ho pensato ‘oua ghe semmu’, e con i ragazzi mi sono messo a ballare. Marco è un uomo che può ascoltare le persone, la città ha bisogno di questo. Ci vuole un risveglio generale della democrazia, abbiamo davanti una strada faticosa”. Con un intervento breve ma chiaro, il parroco degli ultimi ha dato la “benedizione” ufficiale a Marco Doria, quello che gli americani chiamerebbero endorsement.

Da parte sua, il discendente del principe ai tempi d’oro della Superba, ha tracciato un unico fil rouge. “C’è una stanchezza di fondo, ma io voglio portare un’idea alta e diversa della politica – queste le sue prime parole – perché la politica è una cosa nobile, lontana dai salotti televisivi”. L’ispirazione arriva dai ragazzi del liceo Colombo “quando ci siamo incontrati per discutere di politica hanno portato il discorso di Pericle agli ateniesi”. I genovesi come gli ateniesi, perché, sono le parole chiave del candidato alle primarie “bisogna tornare a occuparsi della cosa pubblica, sempre e comunque, questa è la politica”.

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