Genova. Peculato, corruzione, concussione e falso: sono le accuse a vario titolo a carico di 28 persone, tra cui spedizionieri e funzionari doganali, indagate nell’ambito dell’inchiesta della Guardia di Finanza sul varco doganale di Passo Nuovo.
I fatti contestati risalgono al 2004 e 2005. Al centro dell’inchiesta vi sarebbero alcune somme di denaro elargite per favorire le pratiche doganali durante le verifiche delle merci permettendo, tra l’altro,anche l’importazione di merci per cui vi era il divieto della Ue. Sempre secondo l’accusa alcuni pubblici ufficiali, accusati di peculato, avrebbero preso alcuni prodotti che si trovavano nei container. In certe occasioni, da parte di alcuni imputati, sarebbe stata falsificata qualche fattura allegata alla bolletta doganale d’importazione.
L’inchiesta di Passo Nuovo è la seconda tranche della maxi inchiesta sul VTE conclusasi nel giugno scorso con la condanna a complessivi 75 anni per 25 dei 40 imputati tra funzionari doganali e spedizionieri accusati di corruzione e peculato.
Il pm oggi ha chiesto complessivamente 38 anni: da un minimo di quattro mesi a un massimo di cinque anni e mezzo. Sono stati chiesti anche quattro proscioglimenti.