Genova. Un giro d’affari da 240mila euro al mese, cinque persone arrestate e un indagato a piede libero che gestivano la vita e il lavoro di una ventina di prostitute, donne e transessuali. Sono questi i numeri dell’operazione “Mito”, che ha portato alla luce un giro di prostituzione che si svolgeva in decine di appartamenti sparsi nelle zone “bene” di Genova ma non solo, anche a Savona, la Spezia e Chiavari.
Massimo Pastorino, Gianfranco La Verde, Giancarlo Creto, Marco Vaccani e Domenico Zingaro, questi i nomi degli arrestati, avevano messo in piedi una vera e propria organizzazione con ramificazioni in tutta la Liguria, con tanto di reclutamento di clienti e prostitute via internet e tramite annunci sui giornali. I clienti? Per la maggior parte italiani, assicurano i carabinieri di Portoria, e di tutte le estrazioni sociali. “L’operazione è nata nell’agosto del 2010 quando a seguito di un incendio in un’abitazione del centro storico di Genova, il nucleo operativo ha rinvenuto svariato materiale che ha fatto pensare che all’interno dell’immobile si svolgesse attività di prostituzione”, spiega Francesco Coppola, capitano della compagnia Portoria. “La gang agganciava le donne e le trasessuali e si occupava dell’affitto degli immobili per esercitare l’attività e di tutte le operazioni logistiche necessarie al lavoro, dalla pubblicazione degli annunci sui giornali ai trasporti”.
Il lavoro era svolto in una quindicina di appartamenti, di cui dieci a Genova: da Corso Torino a Via Antiochia, da Via delle Cappuccine a Borgo Incrociati a Via Canevari, non i soliti vicoli insomma, ma appartamenti dove le condizioni igienico sanitarie erano tutto sommato buone, regolarmente locati dalla gang presso agenzie immobiliari della zona. Altri immobili erano siti in provincia di Spezia, a Savona (Vico Gallico e Via Pirandello) e a Chiavari (Corso Buenos Aires).
Federica Seneghini – Jenny Sanguineti