Cronaca

Fincantieri, interviene Raffale Bonanni (Cisl): “L’ad Bono pensi a strutturare la risposta alla concorrenza cinese e coreana”

bonanni

Genova. La crisi della cantieristica colpita dalla concorrenza cinese e sudcoreana può trovare uno sbocco con interventi strutturali per l’innovazione. Ne è convinto Raffaele Bonanni, leader della Cisl, che ha parlato direttamente del caso genovese.

“Per Fincantieri ci sarà un futuro se si mette in piedi un piano industriale capace di reggere non solo il mantenimento odierno, ma di concretizzare soprattutto innovazione e specializzazioni pefché i coreani e i cinesi sono molto meno costosi: possiamo batterli solo valorizzando il nostro prodotto navale” ha detto Bonanni, a margine del meeting della Cisl Milano nel complesso turistico Loano 2 Village, nel Savonese.

“Dobbiamo tornare ad essere leader dell’innovazione e bellezza nautica come siamo stati per decenni. Questo significa investire nel capitale umano e impiegare pazienza per centrare gli obiettivi” ha aggiunto, senza risparmiare una stoccata a Giuseppe Bono, amministratore delegato di Fincantieri, che da più fonti sindacali viene additato come “seminatore di zizzania” tra i diversi cantieri produttivi del gruppo: “Se davvero fosse così, come talvolta sembra, commetterebbe un grave errore. L’ad Bono dovrebbe concentrarsi per trovare risorse e capacità tecniche per realizzare quello che i concorrenti orientali non sanno fare”.

Le difficoltà della cantieristica che riguardano l’Europa intera sono oggetto di attenzione da parte della stessa Ue e approderanno in un dibattito in occasione del Consiglio dei Ministri per la competitività che si terrà all’inizio di dicembre. Proseguono i contatti tra Bruxelles e la Bei per esplorare tutte le strade percorribili per facilitare l’accesso al credito per le aziende del settore. In questi ultimi due anni la cantieristica europea è stata particolarmente colpita dalla concorrenza dell’Oriente, come rimarcato dallo stesso Bonanni.

Raffaele Bonanni ha anche parlato dell’ipotesi di sciopero generale minacciata congiuntamente alle altre sigle di fronte ai cosiddetti licenziamenti facili proposti dal governo nella lettera inviata all’Ue. “Se il governo intende affrontare la questione licenziamenti, sciopereremo – afferma il leader della Cisl – E’ incredibile che dopo un mese e mezzo si ricominci da capo. E’ inaudito che si voglia far credere che in Italia non vi sia un problema di fisco, energia, infrastrutture, patrimoniale, municipalizzate, costi della politica. Ed è demenziale che non si affronti questa sfilza di problemi prima di toccare l’impiego. Per senso di responsabilità in questo momento di crisi non vorremmo alleggerire le paghe né indebolire le aziende, ma ora, di fronte alla strada del governo, la protesta è inevitabile”.

Una reazione unitaria di Cgil, Cisl e Uil che per Bonanni “è frutto di una logica risposta ad un argomento così importante: nessuno è disposto ad accettare soluzioni che vogliono solo distogliere l’attenzione del Paese dai problemi radicali e fondamentali. Prima – conclude – il governo risolva le questioni strutturali”.

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