Cronaca

Fincantieri, ancora tensione: il sindacato si spacca

Blocco Fincantieri 29 giugno

Liguria. La vicenda dello stabilimento di Fincantieri di Sestri Ponente non ha ancora trovato una soluzione, o per meglio dire certezze sul futuro. Se da un lato si spacca il sindacato sugli stabilimenti di Muggiano e Riva Trigoso, dall’altro sindacati (uniti) e istituzioni temono per la tenuta della pace sociale per la vertenza relativa allo stabilimento di Sestri Ponente. E’ questo il quadro emerso dalla giornata di ieri, che ha visto i metalmeccanici di Cisl e Uil da una parte, e la Fiom dall’altra.

L’accordo con la Direzione militare di Fincantieri per la ridefinizione in cantiere integrato degli stabilimenti liguri di Riva Trigoso e del Muggiano è stato votato dall’89% delle maestranze dei due stabilimenti. A Riva Trigoso il sì è stato espresso dal 98% delle maestranze, a Muggiano dall’89%. “Si tratta di un vero e proprio plebiscito – ha commentato il segretario nazionale della Uilm, Mario Ghini -. Hanno fatto fuoco e fiamme contro l’intesa tra noi e Fincantieri che salva gli stabilimenti, hanno invitato i lavoratori a non partecipare al referendum e hanno perso”.

La notizia del sì all’accordo, “che ci consente di guardare al futuro con maggiore serenità”, ha detto il segretario della Uilm di Genova Antonio Apa, è la risposta indiretta a quanto affermato in mattinata dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani: “L’indignazione non basta – aveva detto Bagnasco riferendosi al mondo del lavoro -. Bisogna rendersi conto dei problemi e volerli affrontare”. La situazione tuttavia rimane molto tesa, come emerso dal tavolo tavolo convocato a Genova dal governatore Claudio Burlando, presenti i sindaci di La Spezia e Sestri Levante, parlamentari liguri, consiglieri regionali, sindacati. Tutti in vista del tavolo nazionale di martedì prossimo col Governo. “La preoccupazione per la tenuta della pace sociale, per una rivolta di ‘operai-indignados’, è di tutti” ha detto al termine l’assessore comunale al Lavoro, Mario Margini.

La battaglia per la difesa del cantiere di Sestri Ponente è condivisa da tutti gli schieramenti politici. Per Sestri anche i sindacati sono uniti (a differenza di Riva Trigoso e Muggiano). Fino a lunedì si lavora, senza straordinari, poi sciopero e assemblea, collegata in diretta con Roma. “Poiché la situazione è preoccupante – ha commentato il presidente Burlando – martedì chiederemo al prefetto di venire con noi a Roma”. Martedì infatti al ministero per lo Sviluppo Economico si gioca la partita per lo stabilimento che presenta maggiori rischi da un punto di vista occupazionale, Sestri Ponente. Oggi, dopo due giorni di occupazione del cantiere e di manifestazioni e cortei voluti dalla Fiom, le maestranze sono tornate a lavorare in virtù della ‘promessa’ del ministro Romani di dare una soluzione e superare la fase di stallo. Lo stallo è dovuto alla firma del decreto attuativo da parte del ministro per le Infrastrutture, Altero Matteoli, che sblocca la possibilità di finanziamento del ribaltamento a mare e alla, per ora, mancata firma del ministro per l’Economia, Giulio Tremonti, al finanziamento dell’opera necessaria al cantiere per aprirsi a un mercato più vasto.

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