Genova. Marta Vincenzi e l’assessore Paolo Veardo in un angolo del monumentale cimitero di Staglieno, a parlottare con un gruppo di addetti alla manutenzione e alla pulizia del cimitero. I lavoratori li accolgono stupiti, sorridenti, lì con le loro gigantesche scope, con le loro pettorine. Raccontano di aver cominciato lì da qualche giorno, di essere contenti del lavoro, che vorrebbero continuare. “Potremmo formare una cooperativa” suggerisce Antonio.
“Faremo di tutto” assicura Marta Vincenzi, “per far proseguire questa esperienza”. “Lo sappiamo, c’è la crisi, ci sono i tagli” le fa eco qualcuno. L’assessore Veardo si stupisce, e qualcuno esclama “La televisione ce l’abbiamo anche noi!”.
Il gruppo di lavoro è formato da 12 detenuti del carcere di Marassi: uomini di diversa età, diversa nazionalità, che hanno fatto un errore nella loro vita, sono stati condannati, hanno quasi scontato la pena e ora riprovano a vivere come tutti gli altri. E lo fanno grazie alla dignità che solo il lavoro sa conferire alle persone.
“Siamo qui a Staglieno, rimarremo fino a marzo, lunedì scorso abbiamo fatto un intervento dal Bisagno. Qui facciamo pulizia e lavori di manutenzione”. Al Sindaco raccontano delle altre attività che fanno in carcere, dello spettacolo teatrale che stanno mettendo in scena.
C’è chi è più sfrontato davanti alle telecamere, c’è chi invece si stupisce e schermisce per questa attenzione. Alla fine qualcuno ci chiede anche dove potranno vedere le riprese. “Siamo un giornale online”, rispondo. “Noi Internet non ce l’abbiamo”, mi dicono un po’ dispaiciuti.
“Questo è un segno di civiltà, di una città che prova a far lavorare i carcerati, che prova a far trovare nel lavoro il segno della dignità”, ci dice decisa la sindaco Marta Vincenzi.